Saviano, il funerale proibito, dedicato agli italiani oppressi dal Napoleone 2020 Saviano, il funerale proibito, dedicato agli italiani oppressi dal Napoleone 2020

Saviano, il funerale proibito, dedicato agli italiani oppressi dal Napoleone 2020

Un funerale proibito, folla di persone dietro il feretro, l’indagine dei carabinieri, una nota del prefetto che stigmatizza l’accaduto e apre una inchiesta. Tutto può accadere ai tempi di questo stramaledetto virus che nega pure ai familiari di dare l’ultimo addio a chi ha perso la vita.

Avviene a Saviano, un paese del napoletano per la morte del sindaco Carmine Sommese, medico, primario dell’ospedale di Nola, primo cittadino del comune da quasi vent’ anni.

C’era tutto il folklore della gente campana durante quella cerimonia: palloncini, musica ed anche la presenza dei vigili urbani che cercavano di mettere ordine nel corteo.

Tutto vietato dalle disposizioni del 10 aprile che “proibiscono gli assembramenti per qualsivoglia ragione”.

“Io e gli altri consiglieri volevamo solo rendere omaggio alla salma che passava sotto i nostri uffici”, si difende il vice sindaco Carmine Addeo. Ma è stato lui a togliersi la fascia tricolore per farla indossare alla moglie del defunto.

Sono questi i fatti che la cronaca narra in un periodo storico che nessuno avrebbe mai immaginato. Questo ci sta riservando un 2020 che molti ricordano essere un anno bisestile.

Bando alla superstizione, ma vallo a dire ai napoletani che hanno applaudito per anni (e continuano a farlo) una celebre commedia di Eduardo De Filippo: “Non è vero, ma ci credo”.

Ora, lasciamo a casa la jella e quel che ne consegue. Cerchiamo di analizzare e comprendere quel che è successo a Saviano.

Giusto e sacrosanto il comunicato del prefetto Marco Valentini a cui ha fatto seguito una dichiarazione del governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Come pure sono appropriate le indagini dei carabinieri che non potevano chiudere gli occhi dinanzi ad una cerimonia proibita. Però, vogliamo spezzare una lancia a favore di tutte quelle migliaia di italiani che, oltre al dolore per la perdita di un loro caro, sono stati costretti a rinunciare ad un addio, un estremo saluto che dimostra da sempre l’affetto e il vuoto che la morte procura?

Non vogliamo giustificare con questo quel che è accaduto nel piccolo centro del napoletano. Ma Carmine Sommese era un medico di grande qualità, sindaco di Saviano per quattro lunghi lustri, e aveva dimostrato di essere un amministratore saggio e di venire sempre incontro alle esigenze dei suoi concittadini. Lo hanno voluto onorare trasgredendo, è vero, le attuali norme di legge.

Però vorrei ricordare i versi di Ugo Foscolo nei suoi Sepolcri quando parla “d’amorosi sensi, celeste dote è negli umani”. Il poeta segnò un’epoca nuova: quella di avere un luogo sacro cove i defunti avessero il meritato riposo con una onorata sepoltura.

Dunque, quel che è successo a Saviano è certamente deprecabile, ma è come se quelle due o trecento persone in piazza a seguire il feretro abbiano voluto con il loro gesto unirsi a tutti coloro che in questo tragico momento per l’Italia e per il mondo non hanno potuto neppure onorare con un funerale la morte di un padre, di una moglie o addirittura di un figlio.

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