Scorie nucleari. Enzo Boschi: rischi di un bis di Scanzano Jonico

Scorie nucleari. Enzo Boschi: rischi di un bis di Scanzano Jonico
Enzo Boschi: rischi di un bis di Scanzano Jonico

Enzo Boschi ha pubblicato questo articolo anche su Usi ricerca col titolo: “La localizzazione del Deposito Nazionale delle scorie nucleari: un’altra Scanzano?”. È stato presidente dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).

Lo dico subito: mi auguro che tutto quello che state per leggere venga smentito nettamente al più presto! Temo però, purtroppo, che sia drammaticamente vero.

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) non avrebbe dato alcun parere di natura sismologica, che è una sua indubbia e indiscussa competenza, per la redazione del rapporto “Criteri per la localizzazione del Deposito Nazionale delle scorie nucleari”, prodotto dall’Ispra, ente di ricerca vigilato dal Ministero dell’Ambiente.

Se risultasse vero, non sarebbe solo gravissimo sul piano metodologico ma sarebbe un motivo imprescindibile per rendere inaccettabile a priori il rapporto dell’Ispra e la scelta del sito che ne conseguirebbe. Qualunque esso sia!

La cosa dovrebbe risultare di interesse di tutti i vertici istituzionali preposti a questo ormai annoso e non più rinviabile problema.

Forse anche della Magistratura e della Corte dei Conti. Sopratutto di quest’ultima!

Vediamo che cosa si sa di questa vicenda tenuta stranamente riservata. Stranamente perché se c’è un’operazione da fare insieme ai cittadini, in piena condivisione, è proprio questa.

Nel gennaio scorso il Direttore Generale dell’Ispra scrisse ai Presidenti del Cnr, Ingv, Iss, Enea e Igm per avere, credo entro la fine di aprile, un parere tecnico sulla questione della localizzazione del sito per il deposito sicuro delle scorie nucleari attualmente “sparse” nel Paese.

In questa delicatissima operazione non sarebbero stati coinvolti i sismologi dell’Ingv, benché siano indubbiamente gli esperti più quotati al mondo sulla sismicità italiana, oltre ad essere i più numerosi.

La cosa, se vera, appare paradossale visto che la questione sismologica è senza alcun dubbio la più critica nella scelta del sito e nella sua caratterizzazione. È quella che maggiormente suscita preoccupazioni, perplessità e opposizioni fra la gente.

La risposta Ingv alla richiesta dell’Ispra sarebbe stata affidata ad un singolo ricercatore, indubbiamente simpatico e gentile, ma con esperienze sismologiche non acclarabili.

Perché una simile pervicace mancanza di trasparenza?

L’Ingv intende boicottare sul nascere la creazione di un centro per la messa in sicurezza delle scorie nucleari? Oppure, più banalmente, stiamo assistendo ad un totale disinteresse?

Aver affidato la questione ad un singolo, senza una profonda conoscenza della sismicità italiana, è estremamente inquietante. Questo personaggio sembra che addirittura ricopra o abbia ricoperto ruoli in conflitto con i dettami dello statuto dell’ente. Ruoli che sarebbero emersi dalla denuncia di un membro del cda, che ha evidenziato conflitti di interesse dei vertici dell’Istituto.

Anni fa sostenne convinto che i fenomeni, che per lungo tempo hanno disturbato i cittadini di Caronia in Sicilia, fossero di origine extraterrestre e non dolosa, come invece era evidente e come più volte ebbi modo di dichiarare.

Non si può non essere preoccupati della totale mancanza di collegialità da parte dell’Ingv nel fornire, su una questione tanto importante e delicata, un parere che necessariamente deve essere altamente condiviso.

La collegialità, e non la discrezionalità di pochi, andrebbe salvaguardata, se si è ancora in tempo prima di scelte che, così facendo, non verranno mai accettate.

Molti esperti, stando così le cose, manifestano già dubbi rendendo di fatto in prospettiva tutta l’operazione ingestibile perché sarà impossibile smentirli.

L’immagine e la credibilità dell’Ingv, conquistate in trent’anni di lavoro, non possono essere annullate in un attimo su argomenti di questa importanza, a causa di assurdi comportamenti di singoli, in un periodo storico tanto difficile per il Paese.

Ma come sarebbero andate le cose?

Sembra che la fine di febbraio fosse la data ultima per gli enti di ricerca per consegnare le valutazioni tecniche concernenti la scelta del sito. Agli inizi di aprile il direttore generale Ingv fu sollecitato dal suo omologo Ispra a fornire una risposta.

La risposta Ingv, sembra preparata in gran fretta, arriva con grande ritardo. Contiene un forte apprezzamento per l’Ispra, di cui non si capisce l’utilità. Richiede che vengano svolte misure di radiazione gamma in superficie su tutto il territorio nazionale, del tutto inutili e senza interesse per alcuno.

L’eccessiva richiesta sui raggi gamma ha suscitato se non altro grande ilarità tra gli esperti. Tralascia totalmente questioni sulla radioattività naturale, che indubbiamente avranno rilevanza quando si dovrà interagire con la gente. Espone considerazioni sui vulcani ovvie, generiche e soprattutto inutili.

Dimentica qualunque analisi delle strutture sismogenetiche, diffuse ovunque nel territorio nazionale, che costituiscono il punto più critico di tutta l’operazione.

È sulla presenza di zone sismiche che si scateneranno le critiche più decise, alle quali sarà impossibile rispondere in modo convincente. È vero che è disponibile la Mappa di Pericolosità Sismica ma per una infrastruttura tanto delicata sono imprescindibili studi molto più approfonditi.

Infine, sono ignorate tematiche più sofisticate che emergeranno se questa operazione verrà portata avanti in totale spregio del buonsenso.

Ripeto: mi auguro che queste mie considerazioni vengano tutte smentite e che per comportamenti irresponsabili venga evitato un altro, anzi tanti altri, Scanzano Ionico!

 

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