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Scuola, ritorno al futuro, studenti indisciplinati o “somari” non aiutano a far nascere una società diversa

Scuola, si torna al passato? Assolutamente no. La scuola del tempo che fu è tramontata, ma ne nasce un’altra che riporti al centro i valori e la serietà di una volta.

Bando alla indisciplina, maggiore rispetto, il merito innanzitutto. Insomma, si cambia registro, visto come si era ridotto non tanto l’insegnamento, ma la condotta di chi era lì per imparare e non per fare il bullo o il gradasso.

La sinistra e chi è da quella parte inveisce, parla di una stretta che non è più concepibile con la società di oggi. Dunque, mancare di rispetto al professore, magari deriderlo, o trascinare i compagni ad avventure deprecabili non sarà più tollerato.

La nuova linea bada soprattutto a come ci si comporta a scuola: in una parola alla condotta. Si dimentichino i giovani le bravate e le rispostacce ai docenti. Trasgredire costerà caro: se alla fine dell’anno meriti un sei in condotta sarai rimandato a settembre in tutte le materie. Se andrai sotto quel voto meritandoti un cinque sarai bocciato.

Ripeterai l’anno e in futuro ci penserai due volte prima di compiere azioni che non hanno il minimo rispetto non solo per chi è dietro la cattedra, ma anche per i compagni che non la pensano come te.

Val la pena di ricordare quel che avvenne nella scorsa primavera in un istituto del Nord Italia. Tre o quattro alunni, dato il loro comportamento, erano stati prima espulsi dall’aula e poi sospesi; ma alla fine dell’anno erano stati promossi dal consiglio di classe.

Davvero inconcepibile se si guarda al passato. I tempi sono cambiati, non si possono fare raffronti con quel succedeva negli anni in cui la mia generazione frequentava il ginnasio o il liceo, ma a tutto c’è un limite e quel limite, finora, era stato calpestato. Per quella decisione inaspettata intervenne il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara e la situazione per fortuna cambiò.

Allora, si vuole ancora parlare di ritorno al passato senza riconoscere che tutti i diritti e i doveri di docenti e alunni non possono essere travolti dal tempo che passa? Dice Giorgia Meloni: “La svolta era molto attesa dalla società”.

È vero: chi ancora credeva nell’educazione dei figli, non poteva sopportare che accadessero simili inconvenienti (eufemismo). Purtroppo anche in circostanze simili che dovrebbero vedere tutte le forze politiche convergere verso un’ unica soluzione, la polemica non tarda ad arrivare. Si tuona contro il decreto del consiglio dei ministri, lo si considera un atto in contrasto con i giorni di oggi.

Però, il braccio di ferro non è solo appannaggio di destra e di sinistra. Nel Pd, ancora, le opinioni sono diverse e riguardano due persone che avevano giurato di rispettare il voto delle primarie e, invece, tornano a dividersi. Elly Schlein vuole la liberazione della cannabis; Stefano Bonaccini è assolutamente contrario e sembra condividere l’operato del governo. 

Si invoca e si conviene che il tanto dimenticato merito torni di moda. Tanto è vero che è stato varato un piano per riconoscere i più bravi e le borse di studio andranno anche a coloro che hanno compiuto i tredici anni.

Così, daremo, grazie a Dio, un colpo di grazia allo sfascio a cui era stata portata la scuola. Non si vuole condannare i giovani, ma ricondurli ad una disciplina doverosa per chi siede dietro i banchi. Dunque, smettiamola di giudicare chi è per un ritorno al passato o chi, invece, è favorevole alla rivoluzione (termine non appropriato). 

Si tratta di portare i nostri figli o i nostri nipoti ad un livello che sarà per loro fondamentale per il futuro. Forse essere indisciplinati o addirittura “somari” aiuta a far nascere una società diversa che voglia progredire e dare a chi cresce quella preparazione senza della quale hai poche chances di raggiungere certi traguardi?

 

Marco Benedetto

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