Firmare alla greca, senza inchiostro. I partiti scaricano sul governo

di Sergio Carli
Pubblicato il 10 Febbraio 2012 - 11:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il premier greco ha annunciato: accordo fatto. Fatto con la Commissione europea, il Fmi, la Bce e i creditori privati di Atene. Fatto poi anche con i greci, tra greci: insomma accordo tra i tre maggiori partiti greci con reciproco impegno a rispettare l’accordo chiunque vinca le elezioni di aprile. Ma i tre partiti, quello socialista, quello di destra e quello di estrema destra, hanno “firmato alla greca”. Hanno detto sì all’accordo con tutti i sacrifici e i benefici che comporta. Ma la firma sotto il testo non l’hanno messa, hanno dato al governo di Atene il permesso di metterla la firma, anche perché prendersi la responsabilità di dichiarare bancarotta e uscire dall’euro hanno valutato non fosse il caso di prendersela. Ma la loro di firma non l’hanno messa, hanno valutato non fosse il caso di presentarla agli elettori in campagna elettorale.

Firmare alla greca, senza inchiostro…Non sorprende che la Commissione europea avverta una leggera puzza di bruciato. Che il Fmi stia “valutando”, che la Bce abbia chiarito con Mario Draghi che la Banca centrale rimanda ai governi europei il conto di eventuali perdite sulle decine di miliardi di titoli greci in cassa alla Bce stessa. E che i creditori privati, “volontariamente” convinti ad accettare un “haircut”, un “taglio dei capelli” di circa il 70% dei loro crediti, prima di firmare con inchiostro vero vogliano toccare con mano almeno il restante 30 percento. Firmando alla greca i partiti greci provano a non restare troppo distanti dalla Grecia che scende in sciopero generale. E’ la politica, bellezza…e non solo in Grecia.