Luigi Gubitosi si sente un samurai, ma rischia di trasformarsi in Stranamore. Secondo il piccolo ma prezioso scoop di Aldo Fontanarosa su Repubblica, Luigi Gubitosi è partito all’ attacco e ha scatenato una guerra che farà morti e feriti, ma non dove forse lui vorrebbe. Infatti non sarà Mediaset a patire, ma i giornali, ancora una volta.
Il racconto di Aldo Fontanarosa è essenziale, quasi tacitiano e anche un po’ esilarante. Giocando a far l’americano, Luigi Gubitosi ha radunato un certo numero di dirigenti di primo livello di Rai e consociate, per esporre il nuovo piano industriale della Rai, ma prima ha fatto proiettare il film “Il gladiatore” nell’intenzione di caricarli ben bene e scuoterli dall’apatia burocratico romana di un ente statale controllato dalla Corte dei Conti, e avrebbe anche detto:
«Al mio segnale scatenate l’inferno».
Era meglio ai tempi della grande Rizzoli, alla fine degli anni ’70, quando agli allibiti dirigenti riuniti a Venezia furono esibite le grazie di Eleonora Giorgi, allora moglie del numero uno apparente Angelo Rizzoli.
Ma si sa, i tempi cambiano e oggi alle belle forme della Giorgi per caricare gli eserciti vengono preferiti sangue sudore e muscoli di Russel Crowe.
Aggiunge Aldo Fontanarosa:
“Il direttore generale – che carica così i top manager – assicura che la Sipra [la concessionaria che raccoglie la pubblicità per la Rai] saprà fare meglio del mercato nella raccolta pubblicitaria 2013 e che le entrate da canone saranno stabili”.
E qui viene fuori il bubbone. Il mai abbastanza deprecato Governo di Mario Monti, cui Luigi Gubitosi deve la nomina a direttore della Rai, invece di risolvere i problemi i bilancio dell’ente radio tele visivo con un ritocco del canone, magari trasferendolo sulla bolletta della luce o del gas per finire la burla dell’evasione, ha inseguito il mito dell’azienda di Stato, la quale, benché incaricata di un servizio pubblico, sta in piedi da sola.
Se i soldi non vengono dal canone, bisogna cercarli con la pubblicità. E allora ecco un nuovo capo per la Sipra, Fabrizio Piscopo, che ha scatenato una guerra dei prezzi che ha fatto il solletico a Publitalia (la concessionaria di Berlusconi) e sta invece devastando l’intero mercato della pubblicità in Italia, incluso internet.
Infatti l’equazione: quel che dà fastidio a Berlusconi è di sinistra, non funziona affatto: così è stato per l’ingresso di Sky nella pubblicità. Nessuno ha detto niente, perchè chi attacca Berlusconi è un compagno, e così Fabrizio Piscopo ha avuto mano libera, come capo della pubblicità di Sky, per togliere dal mercato e portare a Sky un fatturato che è pari a quello di un quotidiano nazionale.
All’attacco di Sky prima e a quello, ancor più grave, di Sipra oggi, Publitalia ha risposto colpo su colpo. Per il principio dei vasi comunicanti, che solo Fedele Confalonieri nega, se Sipra toglie a Publitalia, Publitalia si rifà su tutto il mercato ed è ovvio che di fronte a una offerta di pubblicità praticamente illimitata in televisione, questa sia la scelta naturale, al di là di tutte le chiacchiere sul futuro di internet. Infatti la pubblicità tabellare (non quella classificata che è un altro film) su internet va bene in quei paesi dove l’offerta di pubblicità tv è in proporzione ridotta: cioè in tutto il mondo tranne l’Italia.
Qualcuno dei vecchi ricorda quel che accadde 20 anni fa, ai tempi dei “professori” cui era stata affidata la rai del tempo. Andò alla Sipra Eduardo Giliberti, che scatenò una guerra dei prezzi contro Berlusconi. Poi Berlusconi vinse le elezioni, e alla Sipra, dopo qualche mese, venne licenziato Giliberti e fu nominato Antonello Perricone, uscito sei mesi prima da Publitalia. Fu la salvezza per i giornali.
Nonostante i trionfalismi di Luigi Gubitosi, peraltro, c’è chi non la pensa come lui, ed è il deputato del Pd Michele Anzaldi. Riferisce Fontanarosa che, nelle stime di Michele Anzaldi,
“le entrate da canone scenderanno di 15 milioni (primo calo dal 1999), la raccolta pubblicitaria si fermerà a 665 milioni (era a 1136 nel 2007) e l’indebitamento finanziario si aggraverà «seriamente»”.
Michele Anzaldi è molto attento al tema Rai. Ai primi di maggio ha presentato una interrogazione al ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, con queste parole:
”La Rai faccia chiarezza sulle nuove assunzioni di figure dirigenziali che i vertici aziendali stanno moltiplicando ogni giorno di piu”’.
Secondo una notizia della agenzia Ansa,
“il parlamentare commenta, tra l’altro, le voci sulla sostituzione di Marco Simeon con l’ex Alitalia Alessandro Picardi alla direzione relazioni istituzionali:
”Oramai con cadenza quotidiana apprendiamo dell’assunzione nell’organico Rai di innumerevoli manager esterni. Dopo la nomina dell’ex Fiat Camillo Rossotto a direttore finanziario e dell’ex Wind Costanza Esclapon a direttore delle relazioni esterne, ora arriva la nomina dell’ex Alitalia Alessandro Picardi a direttore delle relazioni istituzionali e si parla dell’assunzione alla concessionaria pubblicitaria Sipra, presieduta dal direttore generale Rai Luigi Gubitosi, di tre nuovi manager provenienti da Sky, dove era già stato assunto proprio da Sky il neodirettore generale Fabrizio Piscopo.
“Da ricordare, inoltre, la nomina dell’ex Eni Gianfranco Cariola a direttore dell’Internal auditing, mentre dall’esterno sono arrivati anche il vice direttore dello staff del dg Gubitosi e sarebbe di alcuni giorni fa l’assunzione di tre nuovi dirigenti alla direzione affari legali e societari”.
”Considerando che tutte le aziende pubbliche sono chiamate, cosi’ come l’intera pubblica amministrazione, ad agire secondo i piu’ rigidi canoni della spending review, a maggior ragione per un’azienda come la Rai il cui vertice è stato nominato con un mandato di stretto risanamento, è opportuno verificare se non fossero presenti già internamente le professionalità per ricoprire gli incarichi assegnati agli esterni. Va inoltre appurato, oltre al numero, il profilo dei nuovi contratti stipulati, per accertare che siano a tempo determinato legati al mandato dell’attuale vertice e connessi al raggiungimento di precisi risultati”
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