Super Irpef addolcita ma “fesso chi già la paga”: pensionati e dipendenti pubblici

ROMA- Contributo di solidarietà: forse si addolcisce, forse salta. Di certo resta il “fesso chi già paga”. Nel decreto governativo numero due, quello del 13 agosto c’è scritto che verrà effettuato un prelievo, retroattivo dal gennaio 2011 e fino a tutto il 2o13, del cinque per cento sulla parte eccedente 90mila euro di tutti i redditi e del 10 per cento sulla parte eccedente i 150mila euro. Meno di seicentomila “colpiti”, non sono di più gli italiani che dichiarano simili redditi, in stragrande maggioranza lavoratori dipendenti e pensionati, autonomi e professionisti che dichiarano quella cifra sono una rarità. Ora governo, partiti e parlamentari di maggioranza stanno pensando si alzare la “soglia”. Si pagherebbe il contributo da 100mila o 120mila o 200mila euro in poi di reddito dichiarato. Oppure del contributo di solidarietà si fa a meno visto che è la rappresentazione plastica del “mettere le mani nelle tasche agli italiani”. Vasto dibattito, anche tra la gente comune, se 90mila euro lordi, un po’ più di 4.000 netti al mese siano vera “ricchezza” o solo “agiatezza”. Viva discussione sulla retroattività e, soprattutto, sul fatto che quella che è di fatto una nuova aliquota Irpef al 48 e 53 per cento viene caricata sulle spalle di chi già dichiara e paga il dovuto, appunto i circa seicentomila, altrimenti detti “eroi fiscali”. Altra ipotesi, quasi una certezza: contributo o nuova maxi-Irpef addolcita dal quoziente familiare, cioè paga di meno o non paga chi ha famiglia numerosa. Alla grossa si può dire che l’entità della nuova tassa non “uccide il ceto medio” come pure si è gridato. Lo ferisce quel ceto che non è tanto “medio” quanto fiscalmente fedele e quindi per questo, non certo per la quantità del suo reddito, meriterebbe di non non essere colpito. Non così almeno: sarebbe più giusto colpire anche questi redditi come detentori di patrimonio, patrimonio acquisito e accumulato con quello stesso reddito. Insomma, i “90mila euro e passa” non è che non debbano pagare, ma dovrebbero pagare come e insieme a tutti gli altri che si sono comprati casa o altro caso mai nascondendolo al fisco il reddito.

E allora, dove il “fesso chi ha già pagato”, l’unica cosa certa? Nel decreto governativo numero uno, quello di appena poche settimane prima del 13 agosto si stabiliva che i pensionati sopra i 90mila euro lordi l’anno già pagano dal primo di agosto. E i dipendenti pubblici sopra i 90mila euro lordi già pagano dal primo gennaio 2011. Per loro la nuova aliquota Irpef è già legge e busta paga decurtata. Legge e busta paga non destinata a cambiare. Per cui se il Parlamento emenda il decreto due e alza la soglia a 100mila, 120mila, 200mila o introduce il quoziente familiare o cancella il tributo, ci saranno “figli e figliastri” tra chi guadagna più di 90mila euro. Pensionati e dipendenti pubblici che pagano, gli altri no o comunque di meno.

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