Pensionati attenti alla Meloni. Vi odia e vi vuole ridurre alla fame. Se vincerà le elezioni, come sembra, e diventerà capo del Governo, fra i suoi primi atti ci sarà un drastico taglio alle pensioni sopra una certa soglia.
Meloni non è nuova al tema. Già nel 2013, quasi 9 anni fa, se ne uscì promettendo un tetto di 5 mila euro a tutte le pensioni. Grillina di secnda mano, si avventurò anche sul sentiero delle pensioni dei parlamentari, impavidamente trascuraando di essere titolare in prospettiva di una doppia pensione, da deputato e da giornalista. Poi ha cambiato discorso, probabilmente dopo avere constatato che chi tocca i pensionati non ha fortuna.
Però ancora nel 3 gennaio 2018, sulla sua pagina ufficiale Facebook, Meloni prometteva il tagio delle pensioni d’oro.
Anche ora, pur avendo nei suoi disegni un drastico taglio alle pensioni, Meloni lascia il tema sotto traccia. Ma la mia fonte è buona e non c’è da scherzare troppo. Per molti elettori di Fratelli d’Italia sarebbe una amara beffa.
Pensionati d’oro voteranno Meloni che gliele vuole tagliare
Appare abbastanza sicuro che il cuore di molti pensionati d’oro batte a destra e che tanti di loro voterà per Fratelli d’Italia.
Sono tutti gente con un passato professionale importante. Molti di loro hanno coperto ruoli di rilievo, dando buona prova come servitori dello Stato.
Ma in un angolo della loro mente alberga la delirante idea che Mussolini fosse un buon governante.
A provare il contrario non c’è solo la partecipazione alla guerra della Germania, il calcolo furbesco e furbetto costato milioni di morti, finito nel vergognoso epilogo per la nazione e per lo stesso duce. C’è soprattutto la provata incapacità di dare all’Italia un sistema amministrativo degno dei grandi Paesi europei. Di fare evolvere l’impalcatura statale sabauda e borbonica post medievale in un motore moderno per uno Stato nuovo.
L’eredità di Mussolini
Invece ci ha lasciato in eredità un apparato pubblico inadeguato che operava e opera in un quadro di riferimento socialista. In esso il popolo, cioè noi cittadini, esiste non in quanto soggetto principale della politica ma come oggetto di un potere trascendente è incontrollabile.
Questa visione del potere, comune purtroppo anche alla sinistra, non credo dispiaccia ai tanti pensionati d’oro che si apprestano a votare Meloni.
Più difficile stabilire quanto costoro condividano le sue nostalgie socialiste. Non è tanto il risvolto proletario della aspirante premier che deve turbare, quanto il richiamo della foresta dei primordi mussoliniani che deve allarmare.
In questo quadro, il denaro guadagnato col lavoro non è merito ma furto. Le pensioni frutto di regolari e importanti accantonamenti nel corso di una vita diventano appropriazione indebita agli occhi del bagnino pagato in nero che ai miei occhi simboleggia il tipico elettore di Gorgia Meloni.
Tutto ciò presta credibilità alla fonte fascista che promette: Giorgia a Palazzo Chigi, pensioni d’oro tagliate.