Sicilia paradigma d’Italia, ecco perché si parla del ritorno di Angelino (Alfano). E della Dc.
Qualcuno giura di aver visto Angelino Alfano approdare quest’autunno in via Federico Pipitone, dove è stata messa l’autobomba che ha ucciso il capo dei giudici istruttori Rocco Chinnici. Cercava al cellulare una casa per un appuntamento. Il testimone gli indicò un portone accanto all’enoteca Robertone.
È nata lì la relazione che ha portato Caterina Chinnici, candidata per il centrosinistra contro Renato Schifani, ad aderire al partito del suo sfidante? C’è sempre l’avvocato Alfano, partner d’eccezione dello studio Erede e Bonelli, dietro l’endorsement dell’avvocato La Russa per l’avvocato Schifani? Sembra una vicenda tra studi professionali. Il presidente della Regione tradì Berlusconi per seguire il delfino Angelino nel nuovo centrodestra. Poi quella vicenda si arenò elettoralmente e ci fu il ritorno di alcuni, tra cui Schifani, alla casa del Padre.
Oggi una tela di ragno democristiano agrigentino, che con Caltanissetta, terra di adozione della Chinnici, ha rapporti antichi, sembra stendersi in Sicilia. I democristiani sono inclusivi e quindi solidali, oltre che sodali, ben vengano Cancelleri e Chinnici, peraltro molto morbida e ultra corretta in campagna elettorale, nel nuovo NCD alfaniano.
Se al partito del presidente si sommano i lombardiani, i sammartiniani (la lega non esiste), e soprattutto Cuffaro, si può tranquillamente dire che da NCD a NDC (Nuova Democrazia Cristiana) la Resurrezione pasquale è fatta e maggioritaria.