Sinistra Pd rifiuta cambiamento. Come l’Italia, pensa essere migliore al mondo

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 30 Giugno 2014 - 07:52 OLTRE 6 MESI FA
Sinistra Pd rifiuta cambiamento. Come l’Italia, pensa essere migliore al mondo

Per Matteo Renzi, il problema non è l’Europa ma l’Italia

Giuseppe Turani ha scritto questo articolo per la rivista Uomini & Business da lui diretta.

MILANO – Con tutta la buona volontà del mondo è difficile provare simpatia per la minoranza del Pd. Il paese non sta in buone condizioni. L’Europa un po’ ci aiuterà a patto che qui si facciano le riforme. Riforme nel senso di rendere il sistema Italia più efficiente e meno gravato di debiti. Questo è quello che conta.

Ma fare quello che l’Europa vuole non è semplice. Si tratta di cambiare un sistema che si è consolidato nel corso di oltre mezzo secolo (e che ha prodotto più di due mila miliardi di debiti). E’ evidente che così non si può andare avanti. E nemmeno possiamo cavarcela, quando arriva l’ora di stendere i bilanci, con qualche nuovo balzello: la pressione fiscale è già 4 punti percentuali sopra la media europea e è il vero macigno che soffoca l’economia italiana e che le impedisce di rialzare la testa.

In queste condizioni, e visto che il Pd ha appena preso alle elezioni più del 40 per cento dei voti (quota mai raggiunta prima) ci si aspetterebbe un Pd unito dietro al suo segretario e pronto a fare fronte comune.

Invece no. Ogni occasione è buona per mettere in difficoltà il segretario (e il partito). In sostanza, la minoranza Pd vuole solo dimostrare che senza il suo sostegno nessuno governa davvero in Italia.

A questo si aggiunga l’esistenza di tutta una corrente ideologica che dipinge, ad esempio, la Germania come un paese dove i lavoratori sono poco più di schiavi sfruttati e dove quindi la democrazia è solo di facciata. Le famose riforme dell’Agenda 2010 sono irrise. La stella polare della minoranza Pd (e delle altre microscopiche formazioni di sinistra che nemmeno sono riuscite a entrare in parlamento) è rappresentata dai “diritti dei lavoratori”, così come sono stati codificati tre decenni fa. Non si possono discutere.

Insomma, bisogna continuare come prima, continuando a pagare stipendi e pensioni con dei debiti (si pensa che la bontà della finanza internazionale sia infinita).

Einstein diceva che se continui a fare la stessa cosa, ma ti aspetti un risultato diverso, allora sei un cretino. La sinistra Pd, invece, pensa proprio che continuando lungo la vecchia strada si possa comunque stare in piedi. Pensa che tutti i diritti maturati nel secolo scorso possano essere trasferiti pari pari in quello nuovo.

E, quando vogliono dire qualcosa di diverso, sostengono che basta sconfiggere la corruzione (con il codice penale, le intercettazioni, gli arresti comunque) e l’evasione fiscale. Giustissimo, peccato che si tratti di faccende che non si risolvono in una settimana e nemmeno in un mese.

Probabilmente ha ragione Matteo Renzi: il problema dell’Europa non è l’Europa, ma l’Italia. Un paese che pensa di essere il migliore del mondo e non vuole diventare moderno.