ROMA – Questo articolo è formato da due parti che Cesare Lanza ha pubblicato sul suo blog.
“Le notizie arrivano da L’Espresso in edicola, un reportage di Emiliano Fittipaldi. Abbiamo ripreso l’articolo, lo trovate qui sotto. In sintesi, la tivu pubblica scandinava rivela presunti vizi e irregolarità su un appalto per la vendita di sette velivoli, un importante affare conquistato da Agusta, società controllata al 100% dal colosso italiano degli armamenti.
Vorrei sollecitare l’opinione pubblica a un approccio prudente. Si fa presto a strillare denunciando, dovunque e comunque, la corruzione. Ma noi siamo contro i pregiudizi. In questo caso, a parte il fatto che non ci sono prove di tangenti, ma solo indizi (ragionevoli) di sospetti, il punto cruciale è un altro: Finmeccanica, come altre grandi società di altri Paesi, difficilmente potrebbe realizzare il suo business, con enorme beneficio per la casse statali, in assoluta trasparenza.
Non dico che anche in Svezia sia indispensabile agire così, ma è noto che tutte le società di armamento siano obbligate a ungere gli interlocutori, per riuscire a vendere i propri prodotti, in molti Paesi. Altre volte ho già scritto che i governi più cinici e pratici del nostro, a livello internazionale, in scandali analoghi a quelli che hanno colpito Finmeccanica (ad esempio, la vicenda che portò alla brutale sostituzione di un eccellente manager come Pier Francesco Guarguaglini), avrebbero apposto il segreto di Stato, a fronte delle indagini.
Mi direte: allora bisogna accettare la corruzione, comunque sia? No, certamente. Ma bisogna indagare senza scandalismi, in segretezza, e accertare che il pagamento di tangenti sia stato fatto all’esclusivo scopo di “convincere” gli acquirenti, e che nulla sia rimasto nelle tasche dei manager che vendono, nell’interesse della società, in questo caso Finmeccanica, e dei profitti nazionali. Così si fa altrove. Nessuno si scandalizzi: così dovremmo fare anche noi, perciò, così come difesi Guarguaglini, oggi difendo Moretti, a cui certo non ho risparmiato critiche per altri motivi, e i dirigenti di Agusta. Fino a prova contraria, e questo vale – ovviamente – per tutti.
Cosa ha scritto Emiliano Fittipaldi su L’Espresso in edicola il 23 maggio 2015 e già online su Espresso+? Ha scritto che
un’inchiesta della tv pubblica scandinava rivela vizi e irregolarità su un appalto con il governo locale per la vendita di sette velivoli. Ma l’azienda respinge “ogni illazione”.
“Sospetti sulla vendita degli elicotteriUn elicottero Agusta Aw139 Dopo la vicenda della presunta corruzione internazionale per una commessa di 12 elicotteri in India, c’è una nuova bufera che rischia di abbattersi su Finmeccanica. Stavolta le accuse arrivano dalla Svezia, dove un ente governativo che si occupa del servizio di controllo costiero (la SMA) ha comprato nel 2012 sette elicotteri da soccorso AW139 da AgustaWestland, l’azienda controllata al 100 per cento dal nostro colosso degli armamenti.
Secondo un’inchiesta della tv pubblica SVT1 andata in onda qualche giorno fa, l’appalto (da 90 milioni di euro) sarebbe viziato da illeciti e violazioni di ogni tipo. «Prove di tangenti non ne abbiamo trovate» spiega il reporter Ali Fegan «ma i nostri sospetti restano fortissimi. Di certo abbiamo dimostrato che i top manager della Swedisch Maritime Administration, l’ente che ha commissionato i velivoli, hanno infranto la legge, hanno mentito, ci hanno nascosto documenti segreti. Hanno voluto a tutti i costi i velivoli di Agusta, aggirando le norme sugli appalti e facendo un bando per misura per loro».
Dopo il programma (“Uppdrag Granskning”, famoso per scoop mondiali su Ikea e il vescovo negazionista Richard Williamson) è subito intervenuta l’Authority per la concorrenza svedese, che ha aperto un fascicolo. Il timore, per Finmeccanica è che ora possano muoversi anche i magistrati di Stoccolma. «Siamo sereni» spiegano da Busto Arsizio «Siamo pronti a collaborare in caso vengano richieste informazioni dalle autorità competenti. Intanto respingiamo ogni sospetto e illazione».
L’inchiesta di Emiliano Fittipaldi su “L’Espresso”
“racconta in esclusiva lo scandalo, pubblicando tutti i documenti relativi all’inchiesta giornalistica, durata mesi: il sospetto – anche dalla lettura di alcune mail private tra l’intermediario di AgustaWestland e i manager svedesi – è che ci fosse un accordo informale tra le parti, prima ancora della pubblicazione dei bandi di gara (il primo fu bocciato dal tribunale amministrativo: le specifiche tecniche richieste per gli elicotteri erano troppo simili a quelli dell’AW139 di Agusta).
Di fatto, nessuno dei concorrenti di Finmeccanica ha partecipato all’appalto, nemmeno al secondo bando. Gli americani di Sikorsky spiegano di aver abbandonato la partita perché gli svedesi avevano già deciso – in barba alla legge sugli appalti – che gli elicotteri dovevano essere gli AW139: «Difficilmente» hanno spiegato alla SVT1 «i requisiti potevano essere soddisfatti, salvo dal concorrente scelto in anticipo». Per Finmeccanica, «come già in passato, i nostri concorrenti alimentano sospetti per i loro interessi»”.