Tassista picchiatore sospeso, quasi revocato. Ma un po’ di galera no?

Tassista picchiatore sospeso, quasi revocato. Ma un po' di galera no?
Tassista picchiatore sospeso, quasi revocato. Ma un po’ di galera no?

ROMA – Giunge notizia, recata e recapitata dalle apposite autorità comunali, che il tassista picchiatore sia stato sospeso dal servizio. Sospeso praticamente subito, subito dopo che era scappato senza che nessuno lo denunciasse o identificasse. Se non era per le telecamere a Piazza Barberini, luogo del pestaggio, il tassista picchiatore sarebbe rimasto anonimo e non sospeso, ma su questo sorvolano tutti.

Giunge ulteriore notizia, stavolta su impulso del sindaco Ignazio Marino: l’ufficio legale del Comune di Roma pare abbia trovato una via appunto legale per trasformare la sospensione temporanea dal servizio del tassista picchiatore in revoca della licenza. Pare facile…Regolamento vuole che la licenza di tassista non possa essere revocata se non alla conclusione del terzo grado di giudizio di processo penale. Per cui se ti capita, ogni tanto per carità, di pestare qualcuno a sangue al posteggio tassisti, per toglierti la licenza ti devono processare e condannare per tre volte di fila. Nel frattempo continui a guidare il taxi e, all’occorrenza ma di rado per carità, a pestare chi ti fa infuriare.

Il tassista picchiatore si era infuriato che era quasi un mezzogiorno perché un signore di 64 anni lo aveva importunato, lui e altri tassisti al posteggio, chiedendo di poter parcheggiare la sua auto negli “stalli” (insomma nelle strisce) per taxi. Per cinque, dieci minuti, il tempo di andare alla farmacia due metri più in là a prendere una medicina già ordinata. Una medicina per il figlio affetto da sindrome di down che aspettava in macchina. Pare gli atri tassisti abbiano acconsentito alla momentanea cessione di territorio. Il tassista picchiatore no, ha difeso il territorio fracassando mandibola, femore e un paio di altre ossa all’invasore. Poi, colto dal sospetto di aver forse esagerato o più semplicemente per non aver grane, è salito in auto e se n’è andato. Magari lamentandosi con se stesso per aver perso il posto in fila…

Dunque, sospeso, quasi revocato. Ma un po’ di galera, no? Davvero si può pestare a sangue qualcuno in una delle piazze principali di Roma, in pieno giorno, essere riconosciuto come autori del pestaggio dalle immagini delle telecamere, spedire qualcuno all’ospedale in gravi condizioni, andarsene, fuggire e non fare neanche un mese, una settimana, un giorno di cella?

Dicono le cronache che si può. Il tassista picchiatore, di cui le cronache non riportano nome e cognome nonostante sia maggiorenne, è un uomo libero a piede libero. Sì, la magistratura sta indagando…Ma mandare all’ospedale uno che ha parcheggiato l’auto dove a te non girava che la parcheggiasse si può. Senza passare dalla galera, neanche un minuto.

Si può e perché si può? Ci diranno che sono leggi che sono fatte così. Non è vero, non del tutto almeno. Le leggi contano molto meno della volontà di applicarle. Un magistrato che avesse voluto quel tassista in galera ce lo poteva spedire. Almeno per un po’. Ma non si fa, in galera non ci si manda. A norma di legge per carità. Così come a norma di legge in cella lo si poteva mandare. La differenza?

La differenza sta in una immagine, anzi in una sequenza di immagini, sempre di quelle telecamere a Piazza Barberini Roma. Il tassista picchiatore picchia, gli altri tassisti non si impicciano. Non si impicciano perché impicciarsi comporta il rischio di farsi male, di essere picchiati. Non si impicciano i tassisti, non si impicciano i passanti. Non si impiccia nessuno fino a che il pestaggio non è finito e nessuno si impiccia di identificare, fermare, denunciare il picchiatore. La solidarietà dei tassisti al pestato arriverà dopo: buoni taxi gratuiti, buone parole, dissociazioni indignate…Bello tutto, ma tutto dopo. Lì e quando il tassista pestava e quando scappava solidarietà non si è vista con la vittima. Lì e quando la regola era non impicciarsi.

Ecco la magistratura in assonanza e concordia con la società civile quando c’è qualcuno che “mena” si impiccia il meno possibile e applica la legge nella maniera meno “impicciosa”. Succede con quelli che menano dentro e fuori gli stadi di calcio, succede con i tassisti, in particolare i tassisti che menano. Ma non è che si debba avercela con i tassisti in particolare. Succede che si sia tutti prudenti con quelli che “menano”. Sarà per questo che nome e cognome del tassista picchiatore nessuno l’ha stampato? No, certamente deve essere successo in ossequio a qualche (quale?) legge garantista.

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