Al vertice di Tim, assistiamo a una sfida inedita: fra Luigi Gubitosi e Alfredo Altavilla per il dopo Amos Genish, l’ad israeliano silurato in poche ore, mentre era all’estero: uno sgambetto clamoroso per Vivendi e Bolloré. In apparenza, il commissario di Alitalia e l’ex Fca sono al vertice delle probabilità per la successione. La decisione verrà presa dal consiglio di amministrazione di domenica 18 novembre. Cesare Lanza nel suo blog analizza la situazione.
Proseguono i contatti tra i 10 consiglieri espressi da Elliott nel Cda di Tim per convergere sul nome dell’Ad. In giornata è tra l’altro previsto una call.tim consiglio di amministrazione
Secondo l’agenzia di stampa ANSA, in base ai contatti tra i 10 consiglieri espressi dal fondo Elliottl, a conta dei voti vede 7 consiglieri a favore di Luigi Gubitosi, 2 per Alfredo Altavilla (dei quali 1 è Altavilla stesso) e 1 incerto. Previsto invece il voto contrario, qualunque sarà il nome portato domani in consiglio, da parte degli amministratori eletti nella lista di Vivendi. In tutto i consiglieri di amministrazione di Tim sono 15:
Fulvio Conti, presidente, Amos Genish, Alfredo Altavilla, Paola Bonomo, Giuseppina Capaldo, Maria Elena Cappello, Massimo Ferrari, Paola Giannotti de Ponti, Luigi Gubitosi, Marella Moretti, Lucia Morselli, Dante Roscini, Arnaud Roy de Puyfontaine, Rocco Sabelli, Michele Valensise
“Su Tim noi siamo impegnati a creare un player unico della connettività, vedremo cosa succederà in Tim, quello che succede in Tim è un’operazione di mercato. Quindi noi non interferiamo”. Lo afferma il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. “La nostra ambizione è creare un player unico che consenta di fare arrivare la connessione a tutti gli italiani”. Se a maggioranza pubblica o privata “lo vedremo nei prossimi giorni”, aggiunge Di Maio rispondendo ai giornalisti.
A Roma si è riunito nei giorni scorsi il comitato nomine e remunerazione della società, aprendo la procedura per arrivare al cda in programma il 18 novembre al voto sul nome per la carica.
La riunione si è conclusa con una fumata nera, senza dunque designare il candidato da portare al voto. Il comitato si è limitato a svolgere “le attività volte alla preparazione delle deliberazioni che saranno assunte dal Consiglio di Amministrazione del prossimo 18 novembre sono in corso”.
Tra poche ore sapremo; questo è uno degli aspetti singolari del drammone, inconsueto nelle grandi aziende e nell’alta finanza. Azzardo la mia opinione/previsione: il prescelto sarà Luigi Gubitosi, professionalmente il più competente e adatto alle esigenze di Tim.
Intermezzo di citazioni, che ci stanno sempre bene:
“Sentirsi competenti è fonte di piacere e di emozioni positive. Questo piacere, a sua volta, stimola livelli più elevati di impegno: l’impegno sviluppa nuovi apprendimenti e nuove connessioni cerebrali oltre ad accrescere il senso di competenza. L’accresciuto senso di competenza produce nuovo piacere, dando origine a un circolo virtuoso motivazionale.” (Pietro Trabucchi)
“Il successo risiede nell’avere proprio quelle competenze richieste in quell’istante”. (Henry Ford)
“Di quante cose che non conosco ho parlato. E con che competenza!”. (Roberto Gervaso)
“La vera competenza è dimostrata dal risultato finale”.
(Ron Hubbard, scrittore statunitense)
“Ci sono tre cose che non puoi simulare, e sono le erezioni, la competenza e la creatività.” (Douglas Coupland)
Risulta che Gubitosi avrebbe ricevuto il placet del vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio sulla possibilità di liberarsi dall’incarico di commissario straordinario dell’Alitalia: la vendita non è ancora terminata, ma la missione di Gubitosi e degli altri due commissari è ultimata, ci sono tre offerte sul tavolo per l’acquisizione e spetta al governo decidere.
Resta poi da vedere quale posizione decideranno di sostenere i soci francesi di Vivendi, azionisti con circa il 24% del capitale: in minoranza nel cda che ha sfiduciato Genish, ma in maggioranza in assemblea, in vista del consiglio domenicale.
Ci sono molti e complicati interessi dietro l’annunciata nomina e così si spiega il putiferio di voci incontrollabili, come sostegno a candidati improbabili e interdizione verso chi non è gradito. Limitiamoci a ciò che appare certo. Il nome di Alfredo Altavilla non piace alle banche creditrici (Tim ha 30 miliardi di debiti) ed è osteggiato da Fca, irritata dalla sua fuga: il buon Alfredo si aspettava di essere il successore di Sergio Marchionne, ma a Torino hanno scelto un altro. Gubitosi intimorisce l’apparato di Tim, che teme la sua forza d’urto, l’ex Rai e Alitalia è abituato a tagliare i costi superflui, a tagliare.
In poche parole Altavilla è un buon amministratore, accomodante, senza competenze specifiche nel settore di Tim. Gubitosi è un eccellente risanatore, con esperienze di primo piano nelle comunicazioni Wind e Rai), è ben visto dalle banche, Intesa San Paolo in primis. C’è chi spinge le quotazioni di Massimo Ferrari e di Lucia Morselli e c’è chi addirittura parla di una possibile reggenza dell’attuale presidente Fulvio Conti. E tutto è molto improbabile, strumentale: agitato da chi vorrebbe impedire l’arrivo di Gubitosi. In Tim le unica certezze per il dopo Genish sono che il nuovo amministratore delegato va scelto entro domenica e che il fondo Elliott deve pescare tra i membri del Cda, altrimenti sarebbe costretto a passare per una nuova assemblea dagli esiti incerti.