Totti-Ilary vero niente. E neanche Berlusconi-Fascina. Ma non sono sbagli di stampa, è nella sua natura

Una volta nel tempo, a scuola c’era in classe quello che ti faceva copiare, quello che non ti faceva copiare, addirittura quello che il compito te lo passava, quello che il compito lo copriva con l’avambraccio perché tu non ci arrivassi neanche a sbirciarlo…Talvolta c’era anche quello che il compito te lo passava, magari a pezzi, ma il comito che ti passava era sbagliato, volutamente sbagliato. Una sorta di secchione infame insomma dove non era netto se fosse più secchione o più infame. Uno così non godeva di popolarità in classe, ti poteva fregare una volta, due. Poi non ci cascavi più e sapevi che da quella “fonte” di “copiato” era incauto attingere: se ne ricavavano brutti voti.

Oggi, da tempo, nel vasto mondo della comunicazione copiare è il comandamento numero uno, copiare in fretta qualunque cosa da chiunque venga. Copiare da qualunque fonte è insieme comandamento deontologico e mansione professionale. E se la fonte è un “secchione infame”? Fa nulla, non fa nessuna differenza, il problema non esiste. Così può accadere che in una sola giornata tutti, proprio tutti, si copino l’un con l’altro nel raccontarsi e raccontare che Totti-Ilary si separano e Berlusconi-Fascina si sposano. Vero niente, ma magari il superfluo e l’indifferente della e alla comunicazione fosse solo la spesso mutevole e sfaccettata verità.

Verificare davvero? Impossibile. Inventare a sostegno è la mala notizia

Francesco Totti ha smentito, si è detto stanco di smentire, ha invitato “chi scrive queste cose a fare attenzione, ci sono i bambini di mezzo…”. Ma la questione non è, purtroppo, quella e solo quella di una fake news, di una notizia eventualmente sbagliata. La questione è il, per così dire, modello di produzione dei prodotti della comunicazione. Se qualcuno fa arrivare in una redazione la voce, il sospetto, gli indizi di una crisi matrimoniale tra due soggetti pubblici è pura retorica ipocrita aspettarsi che sia possibile a quella redazione verificare davvero prima di pubblicare e diffondere.

La verifica richiederebbe tempo e professionalità che il sistema e gli operatori della comunicazione non hanno. Dovrebbero però, il sistema e gli operatori della comunicazione, avere un’attitudine e una misura di verifica se non del vero almeno del plausibile. Lo hanno dismesso da tempo. Causa prima della dismissione: la non informazione e l’incompetenza diffusa e accettata degli informatori sulla totalità o quasi delle cose di cui trattano. Ma, se verificare non si può, obbligatorio è diventato inventare a sostegno. Non è gossip, è automatismo, coazione  convinzione a ripetere il medesimo processo di confezionamento sempre della stessa merce. 

Una Noemi ci “deve” essere

Non basta al sistema della comunicazione e ai suoi operatori copiarsi l’un con l’altro on time che Totti e Ilary si stanno separando. Può essere vero o forse no, è verosimile, plausibile, la stampa pubblica e fin qui fa più o meno il suo mestiere. Poi deborda, sbrodola e si concede al altri due mestieri: l’imbonitore e piazzista. A velocità massima, la velocità del rincorrersi l’un l’altro tra siti e testate, i “tradimenti” reciproci di Francesco e Ilary o le reazioni della precedente compagna alla “notizia” del matrimonio imminente di Silvio con Marta. E lo svelamento al pubblico della nuova fidanzata di Totti, con tanto di spiega che “somiglia tanto a Ilary”.

Un menù informativo (?) obbligato nelle sue porzioni e pozioni, un menù da finta trattoria rustica con tagliere salumi e formaggi iper abbondante quanto di dozzinale se non pessima qualità. In una tavola guarnita da tovaglie e piatti e bicchieri dai colori chiassosi e dalla dimensioni imponenti, cioè le frasi fatte di una retorica patetica nella sua banalità. Questa è la comunicazione e questi sono i suoi prodotti, non sono sbagli di stampa, errori o approssimazioni che sempre ci stanno. No, è nella natura della comunicazione attuale produrre una merce dozzinale, talmente di poco valore che va sempre moltiplicata e gonfiata nell’offerta confezione. Come quei locali dove ti danno da mangiare fino a quanto puoi ingurgitare e sempre per lo stesso prezzo, prezzo basso. E’ impensabile che il cibo fornito sia di buona qualità.

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