Trump zero tasse o quasi per molti anni, compresi quelli da Presidente Usa ma soprattutto negli anni, anzi decenni, da imprenditore, anzi come si dice quando l’imprenditore è grosso e gonfio di successi, affari e denari, nei decenni da tycoon. Bene, Donald Trump per molti anni da tycoon ha pagato di tasse poco, pochissimo, talvolta zero. E sempre con lo stesso meccanismo e la stessa ragione contabile accampata: pochi profitti, molte spese, una infinità di detrazioni fiscali, prime tra tutte quelle che si riconoscono alle aziende in perdita. Quindi delle due l’una: o Donald Trump ha mentito sistematicamente al fisco americano oppure è sistematicamente un tycoon sue loser.
Loser o evasore…
Loser, perdente, è la definizione sprezzante che spesso Donald lancia come definitivo insulto e condanna. Loser, perdente…per Trump non c’è condizione umana e sociale peggiore e maggiormente disprezzabile. Però lui racconta nelle sue dichiarazioni dei redditi, racconta lui al fisco americano di aziende, le sue aziende, come loser un anno sì e l’altro pure. Allora evasore, evasore fiscale anche da Presidente, prima, durate dopo la permanenza alla Casa Bianca. Se costretto a scegliere, Trump non avrebbe dubbi: meglio molto meglio la divisa da evasore fiscale che lo stigma del perdente.
Infatti al bivio tra evasore fiscale tycoon loser ha voluto magnificare la sua capacità, giura sia imprenditoriale virtù di eludere, magari anche fregare, il fisco. Di fingersi in perdita per non pagare tasse. Ha aggiunto che, ovviamente, lo faceva mica per se stesso, ma per il popolo, la gente, i posti di lavoro e, ancora più ovviamente, per la libertà. E che mai si dica che Donald Trump è un loser, un perdente. Magari un baro, ma questo alla gente trumpiana di ogni latitudine proprio non riesce a dispiacere.