ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato su Uomini & Business un articolo dal titolo “Tsunami dalla Svizzera”. Ecco l’articolo completo:
I signori più tranquilli di tutto il Vecchio Continente, gli svizzeri, hanno scatenato ieri uno tsunami nel mercato valutario e azionario europeo. La banca centrale svizzera ha preso una decisione (secondo alcuni sbagliata) molto forte: in pratica ha sganciato il franco svizzero dall’euro. Fino a poco prima, il rapporto fra euro e moneta elvetica era fissato in 1,20. E non era un valore stabilito dal mercato. Il rapporto 1,20 era un tetto stabilito dalla banca centrale di Berna, che per mesi e mesi lo ha difeso con grande accanimento. Ma di fronte alla svalutazione dell’euro nei confronti del dollaro anche gli svizzeri si sono ritrovati, ovviamente, svalutati rispetto al dollaro.
L’insieme delle due cose (franco in caduta e soldi spesi per tenere il rapporto con l’euro) ha portato la banca centrale svizzera alla clamorosa decisione di ieri: stabilire che da ora in avanti sarà il mercato a dire quanti euro ci vorranno per un franco svizzero e viceversa. Non sarà più speso nemmeno un centesimo per difendere il cambio con l’euro.
Terremoto sui mercati, crollo della Borsa di Zurigo (il franco basso favoriva le esportazioni, e quindi ci sarà un po’di crisi), ma rialzo delle altre. E il franco svizzero che si rivaluta fino al 30 per ce to per assestarsi poi su valori quasi la metà.
Oltre a quello che si è appena detto c’è però un altro elemento importante. Proprio ieri il vice-presidente della Commissione europea e “controllore” dei conti, Katainen, ha detto che l’Europa ha un disperato bisogno di crescere (quest’anno non arriverà nemmeno al 2 per cento di aumento del Pil, se non finirà addirittura in deflazione). I “piani” di Bruxelles, però, non saranno operativi fino a giugno e sono ancora un po’ per aria. Intanto si rischia di scivolare ancora più in basso.
Ma Mario Draghi ha promesso che, forse il 22 di questo stesso mese, metterà in circolazione una montagna di euro proprio per evitare il peggio. E’ ovvio che l’euro andrà ancora più in basso. E anche questo ha spinto gli svizzeri a sganciarsi. Loro non amano le valute deboli.
E l’Italia? Siamo sempre qui nella terra di mezzo. Le prospettive di crescita appaiono modestissime, ma si continua a dire che le riforme (Job Acts) faranno grandi cose. Forse.
Intanto Katainen fa sapere che i conti italiani saranno esaminati con cura a marzo. Non siamo ancora dietro la lavagna con i cattivi, ma nemmeno nei primi banchi con i secchioni.