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Ultima generazione, nuova frontiera dell’ambientalismo: salvare il mondo sporcando i monumenti, è la via giusta?

Ultima generazione, nuova frontiera dell’ambientalismo: salvare il mondo sporcando i monumenti, è la via giusta? Si defiscono ambientalisti. Di che cosa se finora non sono riusciti che a imbrattare storiche opere d’arte italiane e palazzi noti in tutto il mondo?

Sono i protagonisi della cosiddetta ultima generazione. Ma se questi sono i soggetti del domani preferiamo rimanere all’oggi, se non all’ieri. Per fortuna sono una minoranza, un gruppo di soggetti che passano le loro giornate o ad intavolare discorsi senza senso o, purtroppo, a entrare in azione con atteggiamenti che sfiorano il codice penale.

Il governo guidato da Giorgia Meloni non è rimasto con le mani in mano: chi partecipa a questi atti dovrà pagare una multa non inferiore a sessantamila euro, ma contro di loro la legge sarà più pesante infliggendo pure condanne penali.

Niente. Non si sono arresi ed hanno continuato imperterriti a denigrare il loro Paese perché all’estero tutte le persone di buon senso non si capacitano e potete immaginare con quali parole dipingono l’Italia. La speranza è che questo movimento finisca come i “gretini” di un tempo, cioè i seguaci della evanescente Greta di cui non si occupa più nessuno.

Di che cosa si preoccupano questi individui? Dicono che vogliono salvare l’umanità futura dagli scempi che compie oggi tutto il mondo: la siccità, le centrali a carbone, le trivellazioni nell’Adriatico. Ma come vanno avanti economicamente i signori attivisi del nuovo movimento?

Con le donazioni che non si sa da dove arrivino e utilizzando avvocati che offrono i propri servizi  gratuitamente. Così procedono perché credono in un futuro migliore e sentono il bisogno di un cambiamento utilizzando tutto il proprio tempo per realizzarlo.

Insomma, che tipo di lavoro svolgono oltre a quello di sporcare palazzi e fontane italiane che sono patrimonio dell’umanità ? Così è stato per Palazzo Madama a Roma, sede del Senato, per il Palazzo Vecchio di Firenze, la Barcaccia di Piazza di Spagna (meravigliiosa opera della Capitale), e per quella di Piazza Navona. Quando il governo ha deciso di intervenire nei loro confronti non hanno fatto una piega. “Non pagheremo nessuna multa e se dovessimo finire qualche ora negli uffici dei commissariati pazienza. Noi andremo avanti perché il tempo ci darà ragione ed avremo salvato il mondo da una catastrofe”

Che dire dinanzi a simili farneticazioni? Ogni commento sarebbe inutile perché pochi lo comprenderebbero. Se gli attivisti di Ultima Generazione si definiscono non violenti, noi vorremmo ricordare loro qualche bravata (eufemismo) di cui si sono resi protagonisti.

Il “sit-in” in autostrada, lo show in via del Tritone, strada fondamentale per il già caotico traffico della Capitale (donne con le tette di fuori che hanno praticamente chiuso in pieno giorno la via dove ha sede “Il Messaggero”), vernice sui più noti edifici della Roma antica o nelle acque delle fontane più celebri. Tutti danni a cui si è dovuto riparare con le tasse dei contribuenti e qundi con i nostri soldi.

Ora, bravate a parte, davvero i protagonisti di questo movimento si credono pacifici e predicano sempre che in nessuna delle loro attività c’è il minimo di violenza? Perchè quando si chiude una strada importante o si blocca l’autostrada non si crea un danno assolutante economico a chi lo subisce?

Pensiamo ad un autotrasportatore che deve consegnare la merce entro una determinata ora se non vuole pagare al datore di lavoro una multa salata. E non  è violenza impedire a migliaia di persone di svolgere il loro lavoro o a una madre di famiglia di andare a prendere il proprio figlio a scuola? E non è violenza quella che i poliziotti debbono fare per rimettere ordine dove loro hanno creato confusione  e panico?

Dunque, la speranza è che questi falsi ambientalisti la smettano subito di praticare il loro “lavoro”. La gente non gli crede (e non gli ha mai creduto) ed ha capito perfettamente che nella quasi totalità dei casi siamo di fronte a persone nullafacenti che hanno tutto il tempo per farsi pubblicità  e mettersi in vetrina (cosa che evidentemente non hanno saputo fare qualora avessero voluto prodigarsi in  un’attività di lavoro, qualsiasi essa fosse.)

 

Marco Benedetto

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