Quasi tutti i commentatori giudicano la richiesta dal Procuratore di Catania di processare il vice presidente del Consiglio e ministro dell’interno, Matteo Salvini, un grosso favore al leader della Lega in vista delle elezioni europee di maggio. La scansione dei tempi sembra quella giusta ma ci sono un paio di novità di rilievo e un commento conclusivo piuttosto amaro.
Quando una richiesta d’indagine giudiziaria colpiva Berlusconi, veniva giudicata dal Cavaliere e dai suoi come una indebita e tempestiva interferenza dei “magistrati comunisti” nella vita politica. Nel caso di Salvini accade il contrario: la reazione è che il magistrato, volutamente o inconsapevolmente, gli ha servito un clamoroso assist.
Marco Travaglio è di quest’avviso e scrive che Salvini ha trovato“una sponda preziosa per recitare la parte che più gli è consona: quella di San Matteo Martire e Patrono degli Italiani”. Trovandosi “a corto di argomenti propagandistici e coi primi sondaggi in calo, non gli è parso vero di vedersi recapitare la busta gialla da Catania. E di inscenare la diretta Facebook per appuntarsi al petto quell’accusa, che aveva a lungo cercato e che temeva sfumata, come una medaglia”. Alberto Balboni parlamentare di Fratelli d’Italia ha fatto il commento più divertente: “La Lega dovrebbe dare la tessera ad honorem ai giudici che chiedono il processo a Salvini”.
In realtà c’è anche altro da valutare, a conferma di quanto sia preoccupante e ridicola la contrapposizione costante fra le due forze politiche che compongono la maggioranza di governo. Dopo la notizia della richiesta di autorizzazione a procedere Di Maio ha, infatti, dichiarato che il Movimento 5 stelle voterà a favore della richiesta della Procura di Catania, autorizzando il processo a Salvini.
In un paese normale (ma ormai abbiamo quasi del tutto abbandonato la speranza che l’Italia torni a esserlo) la mossa del leader dei 5 Stelle avrebbe provocato le immediate dimissioni del Governo. Nell’Italia guidata dai gialloverdi, questo non accadrà. Ognuno reciterà la parte assegnatagli da uno squallido copione: Salvini come difensore dei sacri confini della Patria dall’invasione dei pericolosi migranti, Di Maio quella di rispettoso assertore dell’indipendenza della Magistratura.
Ovviamente non sono da escludere ripensamenti e colpi di scena. Basta essere preparati al peggio. Fa infine riflettere il titolo di una trasmissione in onda su una TV privata condotta da Antonio Padellaro: ”La sinistra esiste ancora”? Ah saperlo!