Un padre che perse la figlia dell’età di Giulia invoca: lasciamo in pace due famiglie distrutte dal dolore

di Bruno Tucci
Pubblicato il 21 Novembre 2023 - 11:52 OLTRE 6 MESI FA
Giulia Cecchettin, foto Ansa

(foto Ansa)

Vogliamo lasciare in pace due famiglie distrutte dal dolore? Vogliamo evitare inutili polemiche dinanzi ad un simile dramma? Cerchiamo di non strumentalizzare un episodio così tragico e proviamo a capire la disperazione di due padri e due madri che dovranno vivere una vita diversa da oggi in poi.

Sapete che cosa significa perdere una figlia di soli ventidue anni? E sapete che vuol dire avere un giovanotto che dovrà rimanere per tutta la vita in carcere? Personalmente, purtroppo, so che cosa vuol significare non avere dall’oggi al domani una figlia con cui discutevi e dialogavi quotidianamente di problemi che rendono problematiche le settimane e i mesi in cui viviamo.

Allora, è bene unirci al dolore dei genitori di Giulia e Filippo per fare in modo che non si sentano abbandonati dopo qualche tempo. Il vuoto che può provocare una perdita del genere è inimmaginabile e perciò non dobbiamo dimenticarli ed essere sempre più vicini alla loro sofferenza.

Ecco quel che ci deve insegnare questo atroce episodio. Invece, anche una tragedia del genere ha causato divisioni, polemiche, prese di posizione che non aiutano ad avere un futuro diverso, senza la violenza che è alla base di ogni angoscia. Così sui social (sempre loro) si è scatenata una “guerra” per far vincere la propria opinione. Come se una tesi o l’altra possano metter fine ad episodi sconvolgenti.

Non c’è dubbio che delitti di questo genere debbano essere affrontati con urgenza da chi ha il potere di farlo. Non dobbiamo piangere per 48 ore e poi lasciare che il tempo passi invano. No, stavolta dobbiamo dire basta tutti insieme.

Patriarcato, non patriarcato, la supremazia del maschio sulla femmina, le divisioni di genere: noi, l’opinione pubblica non deve mollare un istante, deve spingere il Parlamento a trovare un accordo (tra destra e sinistra) che abbia un unico scopo: quello di sconfiggere il male che attanaglia la nostra società. Pensate che gioia potremmo avere tutti se non leggessimo più sui giornali che una donna è stata barbaramente uccisa e la persona che ha compiuto il delitto sia riuscito a farla franca ed a fuggire laddove la giustizia non potrà più acciuffarlo.

Lasciamo stare le parole di circostanza che si pronunciano a caldo e che hanno il solo scopo di far apparire chi le pronuncia. Stavolta proprio no: oggi, o al massimo domani, la società in cui viviamo non deve più sopportare crimini del genere. Ecco allora dove deputati e senatori non possono più sbagliare. Possibile che maggioranza e opposizione non possano trovare una strada comune che raggiunga il risultato?

Dobbiamo riconoscere a Elly Schlein di essere intervenuta subito per proporre al presidente del Consiglio una “tregua” e andare d’accordo per trovare una proposta comune che renda impossibili se non improbabili simili tragedie. Al contempo bene si è comportata Giorgia Meloni a non rifiutare il consiglio ed a portare quanto prima in Parlamento un disegno di legge che combatta e vinca questo genere di violenza. L’informazione, a questo punto, dovrà essere intransigente e senza peli sulla lingua. Giornali, tv, social dovranno avere una voce unica. La stampa, cane da guardia per chi sta al potere, dovrà denunciare immediatamente chi ha sbagliato senza cercare di strumentalizzare fatti al solo scopo di portare acqua al proprio mulino, ma non a quello del Paese stanco di assistere senza la possibilità di poter intervenire.