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Urne elettorali deserte? sarà sempre peggio se i politici litigano sul nulla, pranzo al Twiga vs del gap Nord-Sud

Urne elettorali deserte? Sarà sempre peggio finché i politici litigheranno sul nulla tascurando i problemi reali dell’Italia.

Un esempio? Sarebbe assurdo ritenere che ancora oggi non esiste un gap economico fra le due Italie: a Nord e a Sud.  Di certo, il Piemonte, la Lombardia e il Veneto sono molto più ricche di Campania, Calabria e Basilicata.

Da sempre: non è cambiato nulla, nonostante le promesse e le poche iniziative di Roma.. Le cifre sono significative se si pensa che secondo i dati ufficiali, le dieci province con il più basso livello di istruzione sono tutte nel Mezzogiorno. In parole semplici, vuol dire che al sud non si studia.

Non certo per colpa dei giovani che, una volta costretti ad abbandonare il loro Paese, hanno dimostrato tutta la loro intelligenza e il loro valore.E allora, dov’è il male? Dove si nasconde il quid che determina una tale differenza? Il fatto è che al Sud, proprio a causa della povertà familiare, molti ragazzi frequentano poco persino le scuole  d’obbligo perchè i loro genitori non vedono l’ora di portarli a lavorare per migliorare il bilancio casalingo che spesso non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena.

Così, finita ma non sempre la scuola d’obbligo, questi ragazzi vanno nei campi o in una qualche officina per imparare un mestiere. Quei pochi che hanno la  possibilità di fuggire  da questa  drammatica realtà, fanno onore alla loro famiglia ed al paese in cui sono cresciuti.

Non c’è dubbio che chi ha governato l’Italia negli ultimi anni (e anche prima) non si è impegnato molto per cercare di trovare una via d’uscita che risolvesse anche in parte il problema. La carenza di scuole, la lontananza delle stesse da alcuni centri dell’entroterra, la possibilità di istituire corsi di formazione che potessero insegnare un mestiere a chi voleva affacciarsi presto ad un lavoro . Al contrario, si è perso tempo, si è sempre rimandato al domani quel che si poteva fare oggi.

La realtà è che in Parlamento il Mezzogiorno non è rappresentato come dovrebbe essere e quindi la spinta che Roma dovrebbe avere nei confronti di questo grande problema manca o, talvolta, non esiste. Ecco quindi la ragione per la quale poi i dati danno quei risultati che abbiamo riportato dianzi.

Di chi la colpa? Della leggerezza con cui si comportano al Sud molte famiglie o della quasi totale assenza di iniziative parlamentari? Se non si riesce ad uscire da questa situazione il gap continuerà e difficilmente in futuro questa differenza potrà essere colmata. 

Tutto ciò contrasta con quanto si legge ogni giorno sui mezzi di informazione. Roma che litiga anche su argomenti insignificanti, che polemizza pure quando se ne potrebbe fare a meno, che inventa bracci di ferro solo per il gusto di mettere le bandierine su questioni che la gente non capisce o di cui non ne comprende l’importanza.

Ed allora si impara che Matteo Renzi continua a litigare con Carlo Calenda per un semplice pranzo a cui ha partecipato l’uno e non l’altro; che l’ancor giovane senatore toscano strizza sempre di più l’occhio alla destra, che è pronto a votare per Giorgia, che ha in mente di sottrarre voti a Forza Italia per ritornare nella stanza dei bottoni, che per tutto questo è stato creato per lui un nuovo partito: Fratelli di Italia viva.

Se poi gli italiani vanno sempre meno alle urne il giorno delle elezioni si può dar loro torto? Assolutamente no. Allora senatori e deputati riprendano ad interessarsi del territorio, a risolvere i problemi di ogni giorno, a venire incontro alle giuste lamentele di chi soffre. Così facendo, il Paese si riprenderà, tornerà ad essere protagonista in Europa, si avrà la sensazione di avere eletto gli uomini giusti in grado di poter risolvere anche il gap che ancora divide il Nord dal Sud

 

Marco Benedetto

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