Vaccini e politica negli Usa. Dove Trump e la estrema destra negazionista del Cpac cercano la rivincita Vaccini e politica negli Usa. Dove Trump e la estrema destra negazionista del Cpac cercano la rivincita

Vaccini e politica negli Usa. Dove Trump e la estrema destra negazionista del Cpac cercano la rivincita

Vaccini e politica negli Usa, una pericolosa alleanza sulla estrema destra. Vi racconto la mia esperienza.

“Ciao Ricardo. Questa è la tua notificazione settimanale dell’Agenzia di Salute della Virginia – Centro d’Informazioni Covid. Per confermarti che sei prenotato per il vaccino COVID-19 in Virginia. Non è necessaria nessuna azione da parte tua per adesso.”

Puntuale, ogni venerdì mi arriva un messaggio come questo alla mia mail, e al mio cellulare via SMS. Nato in chissà quale angolo sperduto della memoria dei sistemi informatici del Governo della Virginia, regione americana in cui vivo, il messaggio mi desta sentimenti contrastanti. Devo prenderlo come una buona notizia? (non si sono scordati di me). O come una conferma che, ancora una volta, nella settimana le dosi sono andate ad altre braccia, ritenute di avere vite più meritevoli di essere salvate che la mia?

Quando per la prima volta si cominciò a vaccinare qui negli USA, verso metà Dicembre 2020, ebbi un momento di euforia, probabilmente condiviso da molti altri americani.

Il vaccino era in arrivo e ci sembrava che finalmente, sorgesse la proverbiale luce alla fine del tunnel.

Quasi 3 mesi dopo, e dopo tante inutili mail ed SMS dell’agenzia della salute della Virginia, quel sentimento solare d’euforia iniziale si è dissipato in una scura nuvola d’incognite ed incertezze.

Il sorgere delle nuove varianti, ed i dubbi che esse portano, ci ha costretti a vedere il processo di vaccinazione. Non più come una sicura soluzione al problema del COVID. Ma piuttosto come una corsa nella quale siamo in gara per raggiungere l’ambita immunità di gregge. Prima che il COVID si modifichi e renda vani i nostri sforzi.

Guardando i numeri, non mi rimane chiaro chi stia vincendo la gara dei vaccini

Secondo NBC News, l’ultimo giorno di febbraio era stato pienamente vaccinato il 7,8% della popolazione della Virginia. Anche ammettendo che il ritmo delle vaccinazioni possa aumentare in futuro a misura che i sistemi diventino più efficienti. E aggiungendo all’arsenale di vaccini disponibili quello della Johnson & Johnson, autorizzato all’uso proprio in questi giorni. Comunque non vedo nella società americana, e nelle autorità del Governo, soprattutto a livello locale, un vero senso d’urgenza. Che ci permetta di avere fiducia sull’esito finale della strategia vaccinale.

Ad aggiungere un tocco d’ansia è anche il fatto che proprio in questi giorni si sta svolgendo nello Stato della Florida la riunione annuale del CPAC – sigla in inglese del Comitato di Azione Politica Conservatrice. Vera e propria “squadra d’azione” politica dei più accaniti sostenitori dell’ex-presidente Donald Trump.

Mi viene da pensare che questi tizi del CPAC siano una specie di quinta colonna. Sono in agguato nelle ombre delle roccaforti dell’anti scienza. Che negano l’utilità di mascherine, distanziamento sociale, e di qualsiasi altra razionale strategia di contenzione del virus. E si stanno preparando per tornare al potere con forza. E che il loro ritorno rallenti ancora di più i programmi per i vaccini.

Questo non solo per le elezioni presidenziali del 2024, alle quali Trump quasi indubbiamente si presenterà. Ma anche alle parlamentari del 2022. Se non viene condannato dalla giustizia nelle varie cause nelle quali sta essendo indagato.

In queste elezioni più immediate, i suoi seguaci attendono il ritorno al potere. Per smontare definitivamente qualsiasi progresso razionale nella lotta contro il COVID. Un esemplare è la deputata Marjorie Taylor Greene, vera e propria sbirra delle teorie cospirative più bizzarre. Vedi i suoi commenti sui “laser spaziali degli ebrei”, ritenuti responsabili degl’incendi forestali della California,

Considerate in proposito alcuni dei recenti avvenimenti verificatisi durante la conferenza CPAC

1.    La governatrice della regione del Sud Dakota, Kristi Noem (Repubblicana), ricevette una ovazione per le sue critiche al dott. Anthony Fauci, riconosciuto esperto sul COVID. E per essersi rifiutata di istituire l’obbligo di indossare la mascherina nella sua regione. Come risultato di questa politica, il Sud Dakota è una delle regioni con maggior numero di casi per abitanti (13%) negli USA. Cioè quasi il triplo dell’Italia. Migliaia di persone sono morte in seguito alla mancanza di politiche razionali di salute pubblica.

2.    Tanto l’amico di Trump Roger Stone, noto attivista a favore dell’insurrezione del 6 gennaio scorso. Quanto il leader del gruppo di ultra destra Proud Boys, ricevettero un’accoglienza da eroi dalla folla di partecipanti alla conferenza.

3.    Più di una dozzina di deputati repubblicani hanno riferito di non poter essere presenti al voto in parlamento per la legge di lotta contro il COVID proposta dall’amministrazione Biden. Hanno fornito come scusa “l’emergenza sanitaria”. Ma poi si è saputo che la reale ragione della loro assenza era la loro partecipazione alla conferenza CPAC.

I vaccini come cartina al tornasole

Insomma, sembrerebbe che il virus non sia solo un formidabile nemico esterno. Da affrontare con tutte le energie necessarie a una guerra per la nostra sopravvivenza. Ma anche la cartina al tornasole dell’orientamento politico all’interno della società americana. Se Trump e il suo partito ritornano al potere, possiamo dire addio alle speranze di vincere il COVID senza pagare un terribile prezzo in termini di vite e sofferenze.

Il fatto che ci possano essere milioni di persone che appoggiano Trump, sfidando le premesse più chiare e fondamentali della scienza e la medicina, è di per sé già scoraggiante. Riflettere poi che queste scure forze politiche si trovino dal lato di un virus che ha già ucciso più di 500.000 persone in questo Paese diventa un esercizio deprimente.

Non vorrei ricevere la mia prossima mail dall’agenzia della salute della Virginia quando sarà già troppo tardi per me. O per il futuro di tutti noi. Dobbiamo lottare per evitare che questo succeda, e trovare il coraggio di appoggiare la scienza ed il pensiero razionale come la migliore arma per combattere il virus.

* Ricardo Preve è un regista e giornalista italo-argentino che vive negli USA. I suoi documentari sono stati trasmessi su catene internazionali come National Geographic, Al Jazeera English, e la RAI.

 

 

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