Renzi-Berlusconi, gemelli diversi: tv, annunci, miracoli e coperture acrobatiche

di Warsamè Dini Casali
Pubblicato il 14 Marzo 2014 - 14:42 OLTRE 6 MESI FA
Renzi-Berlusconi, gemelli diversi: tv, annunci, miracoli e coperture acrobatiche

Renzi-Berlusconi, gemelli diversi: tv, annunci, miracoli e coperture acrobatiche

ROMA – Renzi-Berlusconi, gemelli diversi: tv, annunci, miracoli e coperture acrobatiche. “Dell’Utri: ‘Renzi bravissimo. L’avrei assunto in Publitalia‘. Berlusconi l’ha appena fatto” (“cattiveria” su Il Fatto): per chi pensa che l’abilità da showman dell’ex sindaco sia la spia di una filiazione diretta, di un altro modo di Berlusconi di sopravvivere sulla scena politica, le ultime performance rappresentano solo la conferma dei sospetti più sinistri. Del resto l’incoronazione del notaio Bruno Vespa dopo il Porta a Porta di ieri vale come un’autenticazione di pedigree: “Mi ricorda il primo Berlusconi, in tv sfonda”. Dopo anni a riflettere sull’assoluta incompatibilità dei dirigenti di sinistra con il mezzo più prossimo alla sensibilità degli italiani, uno che sfonda in tv resta un paria politico, i consensi essendo una variabile indipendente.

Salvo poi, nel caso dell’ala sconfitta del Pd, ricredersi avendo constatato che più soldi in busta paga ai lavoratori dipendenti e uno strappo al deficit sono di sinistra. E nessuno ha ironizzato su nuovi “miracoli italiani” o di nuovo “contratto con gli italiani” che, scaramanzia obbligata (“porta male”), lo stesso Renzi ha rifiutato di sottoscrivere, nonostante il tentativo di Vespa, come un artista orgoglioso che si astiene dal ripetere il numero preferito di un collega. Stefano Fassina, per esempio, che pure da Renzi è stato strapazzato, approva senza riserve il taglio Irpef e l’aumento tasse sulle rendite e non azzarda più il paragone “Renzi come Berlusconi alla fine del governo Monti”.

Chi invece è rimasto ancora stordito dalla pirotecnica esibizione con tanto di slide, power point e pesci rossi, a fatica deve riconoscere una rivoluzione in atto, l’era della “sinistra pop” (Massimo Gramellini), in fondo sempre di sorti magnifiche e progressive si tratta. Per cui essere transitato per la Ruota della Fortuna, aver presenziato ad Amici della De Filippi non è più tanto l’ammissione di un debito culturale di infimo livello ma il segno del recupero di una verve nazionalpopolare esecrata, pur essendo l’aggettivazione di Antonio Gramsci. Anche perché, per fortuna, sembra rientrato l’allarme di un libro agiografico stile “Una storia italiana” spedito casa per casa.

In questi giorni stanno fischiando le orecchie al televenditore più famoso d’Italia, Giorgio Mastrota. Sottilmente razzista, la considerazione per i “piazzisti” è forse solo un gradino più su del bottegaio. Renzi venditore di pentole come Mastrota è stato un ritornello buono per i social. L’abilità del venditore che riesce a piazzare frigoriferi agli eschimesi è diventata invece questione politica centrale: come fa a promettere questo e quello se le casse sono vuote? Qui le icone di Renzi e Berlusconi, nel dibattito pubblico, si sovrappongono fino a confondersi. Il Renzi attore istruito da Berlusconi dietro le quinte interpretato da Crozza rende bene l’idea.

L’intellettuale ci informa che le loro performance escludono per principio la sostanza politica (“Comunicatori senza contenuti”, Carlo Freccero). La promessa è il messaggio (un milione di posti di lavoro ieri, taglio l’Irpef di 10 mld, oggi), le coperture finanziarie il contenuto (assente in tutti i sensi). Dove li va a trovare i soldi? Stessa domanda scientificamente posta dal Sole 24 Ore cui altrettanto scientificamente non trova risposta, senza dire però dove avrebbe trovato la stessa somma Renzi se avesse abbassato l’Irap invece che l’Irpef come pretendeva Confindustria. In politica l’apparenza è realtà: Renzi appare nuovo, Renzi appare come gemello (figlio, nipote) diverso di Berlusconi. La realtà (la sua azione di governo, il Parlamento, i voti, Bruxelles) si incaricherà di confermare o confutare se stessa.