Tutti a casa, Italia amara e vera

Tutti a casa è un film del 1960 diretto da Luigi Comencini.
Wikipedia riporta alcune battute, passate alla storia.

« Signor colonnello, accade una cosa incredibile… I tedeschi si sono alleati con gli americani! Ci stanno attaccando! »
(Il sottotenente Innocenzi, incredulo dopo aver subìto un attacco da parte dei tedeschi)

« Occhio signor tenente, ci sono i tedeschi! »
« Ma che tedeschi, sò italiani…non vedi che vanno contromano? »
(Dialogo tra il soldato Codegato ed il sottotenente Innocenzi alla vista di alcuni automezzi)

« Non si può stare sempre a guardare! »
(Il sottotenente Innocenzi dopo che Ceccarelli è morto fra le sue braccia)

La trama. Coste del Veneto, 8 settembre 1943. Nella cucina della caserma del Regio Esercito italiano, la radio diffonde il famoso comunicato con cui si annuncia l’armistizio chiesto dal maresciallo Pietro Badoglio alle potenze anglo-americane. L’entusiasmo scoppia rapidamente e sulle bocche dei militi risuona l’urlo “La guerra è finita, tutti a casa!”. La realtà è ben presto, però, drammaticamente diversa. Gli alleati tedeschi sono improvvisamente diventati nemici, il Re e Badoglio sono fuggiti, le truppe senza ordini precisi sono allo sbando. Il sottotenente Alberto Innocenzi (Alberto Sordi) ed i suoi soldati apprendono tardi la notizia dell’armistizio, finendo così sotto il fuoco dei nuovi nemici tedeschi. Innocenzi, estremamente ligio al dovere, attende ordini e cerca un comando cui presentarsi, ma il reggimento si sfalda. Molti, stanchi della guerra, disertano e pensano solo a tornare a casa dalle proprie famiglie; gli altri, non sanno cosa fare. Assieme al geniere Ceccarelli (Serge Reggiani) e al sergente Fornaciari (Martin Balsam), unici soldati rimasti nella truppa, anche Innocenzi comincia il suo difficile ritorno a casa, abbandonando a poco a poco il linguaggio ed il piglio militaresco per adattarsi al tragico momento.
Indossati abiti borghesi con l’aiuto di alcuni civili, i tre si rimettono in viaggio, conoscono un gruppo di partigiani, ma non vi si uniscono, decisi a restare lontani da quella guerra che ormai vogliono solo lasciarsi alle spalle. Finiscono poi per separarsi nel loro tragitto lungo la penisola, ma il destino li fa ritrovare ed assistere impotenti alla morte di un loro commilitone, ucciso dai tedeschi per aver fatto fuggire una ragazza ebrea ed al fine raggiungono la casa di Fornaciari. Sembra fatta, ma la quiete è di breve durata: Fornaciari la notte stessa viene arrestato dai fascisti perché durante la sua assenza la sua famiglia aveva dato asilo ad un soldato americano.
Innocenzi e Ceccarelli riescono a scappare e continuano il loro tormentato viaggio della speranza. Innocenzi finalmente giunge a casa; qui trova il padre (Eduardo De Filippo) che, per soldi e per un malinteso “Onor di patria”, vorrebbe farlo arruolare nell’esercito della neonata Repubblica Sociale.
A questo punto Innocenzi preferisce lasciare la sua casa e seguire Ceccarelli verso sud. In una Napoli in stato d’assedio, i due vengono però arrestati dai repubblichini e messi a lavorare per l’Organizzazione Todt nei giorni in cui scoppia la rivolta popolare. Mentre cercano di fuggire, Ceccarelli viene ucciso a pochi metri dalla sua abitazione, che aveva rivisto poco prima in lontananza durante la traduzione forzata ai lavori: la morte del generoso uomo, divenuto in quelle peripezie amico fraterno, scuote l’animo di Innocenzi che comprende di non poter più stare a guardare, decidendo così di unirsi alla lotta per la liberazione. È il 28 settembre ’43, Napoli e il sud stanno per essere liberati.

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