2023 secondo Nostradamus: una grande guerra, la rovina economica e la catastrofe climatica… Le fosche previsioni dell’astrologo francese del XVI secolo Nostradamus per il 2023.
Il celebre astrologo del XVI secolo Nostradamus nel suo famoso libro “Les Propheties”, pubblicato nel 1555 e contenente 942 versi poetici noti come quartine, avrebbe predetto il rischio di un’altra “grande guerra” e la rovina economica nel 2023.
Ritenuto da molti il “profeta della sventura”, il medico traeva le sue aspirazioni dai testi biblici e dalle proprie esperienze con la peste. Nel 1537 la moglie e i figli morirono presumibilmente di quella terribile malattia. Molte delle sue previsioni riguardavano la carestia e il dolore.
Alcuni sostengono che Nostradamus abbia previsto l’11 settembre, il riscaldamento globale e la conseguente devastazione, Adolf Hitler e il regime nazista e persino i futuri progressi tecnologici.
Ad oltre 400 anni dalla pubblicazione del libro di Nostradamus, le sue predizioni continuano ad essere popolari probabilmente perché, essendo scritte in lingue diverse (dal provenzale al greco, dal latino all’italiano, dall’ebraico all’arabo) ed utilizzando giochi di parole, possono essere soggette a diverse interpretazioni.
Di seguito, alcune delle sue previsioni per il 2023.
Una grande guerra
Alcune quartine prevedono una grande guerra nell’anno 2023: “sette mesi di grande guerra, la gente morirà a causa del male”.
Una previsione che arriva in un momento di acuite tensioni globali tra le principali superpotenze del mondo, USA, Cina e Russia – con l’invasione da parte di quest’ultima dell’Ucraina e la tentazione sempre minacciata del ricorso al nucleare. Oppure dal duro confronto a distanza tra Cina e Stati Uniti sull’indipendenza di Taiwan o dal pericolo di nuove tensioni tra Pakistan ed India, due potenze nucleari che si contendono un territorio del Kashmir e del Jammu.
Chi crede in Nostradamus e nelle sue previsioni ha però una speranza che deriva proprio da quei “sette mesi” citati perché nessuna guerra nucleare durerebbe tanto e forse tali predizioni alludono ad una guerra convenzionale.
La luce su Marte si spegnerà
Nella stessa quartina che predice una “grande guerra” si parla anche di una luce che si spegnerà su Marte e che potrebbe essere letta, visto che sul pianeta rosso l’uomo non è ancora atterrato, come un avvertimento a SpaceX, l’azienda statunitense che sta progettando di inviare persone su Marte entro il 2026. Un sogno che potrebbe svanire.
Oppure si potrebbe riferire al programma di esplorazione della NASA il cui rover, Perseverance, si trova attualmente su Marte per scattare foto e raccogliere campioni.
O peggio a qualche evento astrologico catastrofico che si scatenerebbe sul pianeta rosso mettendone a rischio la sua integrità così come la si conosce oggi.
Un disastro economico
“Il moggio di grano salirà così tanto che l’uomo mangerà il suo prossimo”: previsione agghiacciante su una possibile catastrofica carestia in qualche parte del mondo così acuta da generare atti di cannibalismo per sopravvivere.
La guerra in Ucraina con il blocco da parte di Putin delle spedizioni di grano potrebbe segnare un prima ed un dopo rispetto all’avanzare della guerra, alle sue devastazioni, alla scarsità di cibo per la popolazione civile e può essere il disastro di cui parla Nostradamus. Senza tralasciare che, nel frattempo, il costo della vita è aumentato in tutto il mondo tra rincari altissimi dei cibi di prima necessità, del costo dell’approvvigionamento del gas in molti paesi con un indubbio aumento dei tassi di povertà.
Le più grandi economie mondiali, inoltre, dopo la devastante pandemia di Covid, sono impegnate a risollevare le loro sorti sempre a rischio di una nuova recessione economica. Cosa che, per esempio, si registra nel Regno Unito dove si prospetta proprio una recessione visto il tasso di riduzione dell’economia dello 0,2% tra luglio e settembre.
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha previsto, in un rapporto sulle prospettive del 2023, che la situazione mondiale è in fase accelerata di recessione e che almeno un terzo del mondo andrà incontro ad una forte contrazione economica con tutte le conseguenze prevedibili e che dunque come scrive Nostradamus, “il peggio deve ancora venire”.
Accelerazione del cambiamento climatico
“Per quarant’anni l’arcobaleno non si vedrà. Per quarant’anni si vedrà ogni giorno. La terra secca diventerà più arida e ci saranno grandi inondazioni quando si vedrà”.
È una profezia che sembra leggere in tempo reale lo stato attuale del clima del nostro pianeta.
Il 2022 ha visto l’Europa coinvolta in una siccità tale che non si verificava da almeno 500 anni; nel Corno d’Africa milioni di persone rischiano di morire di fame per la più lunga e grave siccità mai registrata; in Pakistan, inondazioni catastrofiche tra giugno e ottobre hanno ucciso oltre 1.700 persone e causato danni per oltre 14 miliardi di sterline (più di 15.9 miliardi di euro).
Rivolte e disordini civili
“Prima o poi vedrete grandi cambiamenti, orrori spaventosi e vendette.
La tromba si agita con grande discordia. Un accordo rotto: alzare il volto al cielo: la bocca insanguinata nuoterà nel sangue; il volto unto di latte e miele giace a terra”.
È il richiamo a potenziali disordini civili e rivolte che potrebbero interessare non solo le democrazie occidentali ma anche gli Stati più autocratici: classi e gruppi sociali in rivolta tra loro e contro il potere costituito, esasperati da crescenti disparità economiche, sociali e culturali, alle prese con un mondo che ha affrontato la pandemia Covid uscendone complessivamente più povero mentre la minoranza dei super ricchi ha accresciuto ulteriormente la sua ricchezza.
Forse la crisi del Campidoglio statunitense nel gennaio 2021 può entrare in questa previsione, così come la lotta eroica delle donne Iraniane per la libertà dopo l’omicidio di una giovane ragazza da parte della cosiddetta “polizia morale” del Paese.
Secondo i dati del Global Protest Tracker, il 2022 ha registrato “proteste significative” in oltre 132 paesi, di cui il 23%, ovvero quasi un quarto, con una durata di più di 3 mesi.
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