Berlusconi, intervista a Gente: “Io, Francesca Pascale e Dudù”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Maggio 2014 - 15:35 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi, intervista a Gente: "Io, Francesca Pascale e Dudù"

Berlusconi, intervista a Gente: “Io, Francesca Pascale e Dudù”

ROMA – Lunga intervista di Monica Mosca (direttore di Gente) a Silvio Berlusconi, tra politica (“Il dramma dell’oc­cupazione è oggi la pri­ma questione da ri­solvere”) e vita privata (“La Pascale il mio inno alla gioia. La mia impresa più grande? I figli”).

Presidente, lei ha detto che, per affrontare la di­soccupazione giovani­le, occorre sgravare di tasse le aziende che assumono giovani.
«Il dramma dell’oc­cupazione è oggi la pri­ma questione da ri­solvere. Solo la ridu­zione delle impo­ste può creare maggiori consu­mi, più produ­zione e più po­sti di lavoro, ma per otte­nere­questo risulta­to occorre cambiare la politi­ca di rigore e austerità impostacidall’Europa».
Qual è l’impresa che le ha da­to maggiori soddisfazioni, non solo economiche?
«Le maggiori soddisfazioni so­no i miei cinque figli, sono tutti speciali e ricambiano il mio amo­re con totale dedizione. Le mag­giori delusioni: la politica, per i tanti casi di ingratitudine ma so­prattutto perché non so­no anco­ra riuscito a cambiare l’Italia co­me avrei voluto. Ma i miei avver­sari possono rassegnarsi: io non ho mai abbandonato un compi­to senza portarlo a termine».
Lei è nonno di sei bambini bellissimi. È vero che li vi­zia?
«Per coccolarli e per viziarli vorrei avere molto più tempo di quello che ho effettivamente. Mi piace tanto stare con loro, farli giocare, inventare storie, scher­zi, sorprese. Sono una delle po­che oasi di serenità in una stagio­ne piena di amarezze».
È vero che Francesca ha ap­plicato una sorta di spen­ding review ad Arcore?
«Come in ogni famiglia o azien­da, ogni tanto si vede se si può spendere meno o spendere me­glio. Credo sia un dovere farlo, anche per rispetto ai tanti italiani che vivono in difficoltà economi­che. Tutto qui. Francesca se ne è occupata con l’abilità,l’intel­ligenza e il dina­mismo che met­te in ogni cosa».
Lei ha sempre avuto un debole per il Sud e anche per il tempera­mento dei suoi abi­tanti: è così?
«Certamente sì. La sim­patia, l’intelligenza, la vi­vacità di chi vive nel Sud mi hanno sempre affascina­to. Così come la laboriosità, il senso civico, l’apertura men­tale di chi vive al Nord. Ma at­tenzione a non cadere negli ste­reotipi. Non esistono i meridio­nali­o i setten­trionali, esistono singo­le persone, ognuna con le sue ca­ratteristiche ».
Dei suoi figli, chi le ha dato il maggior sostegno? E come padre ha qualche rimorso?
«Non farò mai una scelta fra i miei figli, sarebbe impossibile. Ognuno di loro mi è stato straor­dinariamente vicino, in questo periodo in particolare. Come pa­dre, sono orgoglioso di avere dei figli così capaci di darmi affetto, sostegno, consigli. Ho un rimor­so verso di loro: se non mi fossi oc­cupato della cosa pubblica, non sarebbero stati colpiti anche lo­ro dalle calunnie e dalle volgari­tà che sono state inventate sulla mia vita privata».
Se potesse tornare indietro nel tempo, quale scelta non farebbe?
«Non rimpiango nulla. Ho sol­tanto commesso l’errore di cre­dere che in politica valessero le stesse regole della vita normale, come la lealtà,l’amicizia,il rispet­to della parola data. In tanti mi hanno deluso, ma io continuo a credere nei valori che mi hanno inculcato i miei genitori e che io ho insegnato ai miei figli».
Come ha accettato l’affida­mento ai servizi sociali?
«Con animo combattuto, per­ché da un lato ho l’amarezza di chi è stato condannato ingiusta­mente, ma dall’altro perché non riesco a considerare quella di oc­cuparmi degli anziani come una punizione. Al contrario, è in un certo senso un privilegio. Tanti anziani, pur colpiti da malattie gravissime come l’Alzheimer, sono in grado di trasmettere con la loro umanità e la loro stessa fragilità il senso di quello che conta nella vi­ta ».
Lei ha detto che Fran­cesca è una sinfo­nia.
«Francesca mi aiu­ta anche semplice­mente con il fatto di esserci. La sua pre­senza accanto a me dona sereni­tà alle mie gior­nate. Mi viene in mente l’ In­no alla Gioia
di Beethoven. Le sue bel­lissime parole, la sua splendida musica,che spazzano via l’ama­rezza, le sofferenze, il pessimi­smo. Ecco, Francesca è proprio così, l’ Inno alla Gioia di questa stagione della mia vita».
Qual è la dote di Francesca che apprezza maggiormen­te? E qual è stato il primo re­galo che le ha fatto?
«Faccio fatica a scegliere tra le sue qualità. La determinazione, la dedizione, la gioia di vivere, la dolcezza inattesa e sorprenden­te. Come si fa a non farsi conqui­stare da una ragazza che ti ha fat­to volare sopra la testa un aereo con la scritta “Silvio mi manchi”? Direi che Francesca è entrata a poco a poco e con naturalezza nella mia vita. Il primo regalo? Le sembrerà una cosa banale: una mia foto con dedica, come mi chiedono in tanti. Ma per lei ho scritto una dedica molto partico­lare, molto personale. Che non racconterò».
Quali sono gli impegni più importanti che la aspetta­no?
Sono convinto che le elezioni politiche non siano lontane ed è una sfida che dobbiamo attrez­zarci a vincere. I cambiamenti che riteniamo indispensabili so­no sostanzialmente tre: un presi­dente del Consiglio dotato degli stessi poteri dei suoi colleghi del­le democrazie occidentali. Una sola Camera, auspicabilmente dimezzata nel numero dei suoi componenti, che approvasse i di­segni di legge nel termine peren­torio di 90-120 giorni.E soprattut­to l’­elezione diretta del presiden­te della Repubblica.Solo così po­tremo diventare un Paese davve­rogovernabile, nel quale si pos­sano realizzare anche le altre ri­forme indispensabili: quella del­la burocrazia, quella fiscale e quella della giustizia. Questo è il mio sogno.