David Linch, l’acclamato regista di Velluto Blu, Mulholland Drive e della serie tv Twin Peaks, è morto a 78 anni. Fumatore incallito, Lynch aveva annunciato lo scorsa estate di avere l’enfisema e che non avrebbe più potuto lasciare casa per dirigere nuovi film.
“C’è un grande vuoto nel mondo ora che non è più con noi. Ma come avrebbe detto: ‘Punta gli occhi sul donut e non sul buco in mezzo'”, ha annunciato la famiglia su Facebook alludendo al dolce fritto, tipico della tradizione americana, la nostra ciambella.
Regista, sceneggiatore, produttore, musicista e artista visivo, Lynch era nato a Missoula, nel Montana. Sposato quattro volte, negli anni ’80 aveva avuto con Isabella Rossellini una relazione sentimentale con risvolti professionali: lei aveva recitato in uno dei film più celebri di David, il thriller psicologico Velluto Blu del 1986.
Tre volte candidato agli Oscar (più un Oscar alla carriera nel 2019), Lynch era famoso per il suo particolare stile cinematografico che fondeva surrealismo, noir e simbolismo onirico: era considerato tra i più influenti maestri del cinema contemporaneo ed era spesso paragonato a Luis Bunuel.
Aveva cominciato come pittore e creatore di shot animati e live action, per poi farsi notare nel 1977 con Eraserhead, un’opera dall’umorismo nero diventata presto di casa nel circuito dei film di mezzanotte.
Con The Elephant Man del 1980 (la storia della vita tragica di Joseph Merrick) era stato candidato per la prima volta agli Oscar, mentre Mulholland Drive del 2001, una lettera d’amore avvelenata a Hollywood che intreccia mistero e surrealismo, aveva vinto il premio per la miglior regia a Cannes.
Negli anni Novanta era tornato alla ribalta per Twin Peaks, la serie rivoluzionaria che ha ridefinito il genere televisivo con narrazioni enigmatiche e atmosfere inquietanti. Lynch aveva poi girato nel 2006 Inland Empire con Laura Dern, una delle sue attrici preferite. Più di recente aveva lavorato a Twin Peaks: The Return, un reboot in 18 puntate della serie originale, in onda nel 2017 su Showtime con al centro Kyle MacLachlan, un altro dei suoi attori cult.
Lo scorso agosto Lynch, che da decenni praticava la meditazione trascendentale, aveva annunciato la malattia al giornale britannico Sight and Sound. L’enfisema lo aveva confinato a casa, incapace di muovere solo pochi passi prima di perdere il respiro. Tre anni fa il regista aveva detto addio alle sigarette.
“Il fumo è qualcosa che ho amato moltissimo, ma alla fine ha avuto la meglio. Era parte della mia vita artistica: l’odore del tabacco, accendere una sigaretta, poi tornare a guardare cosa avevi fatto, o a riflettere su varie cose. Niente al mondo è così bello, ma nel frattempo mi stava uccidendo”.
Tornando poi a parlare con i fan su X dopo che le sue frasi erano state riprese da varie pubblicazioni, Lynch aveva precisato che, “enfisema a parte”, era “in ottima forma” e che non aveva “assolutamente intenzione di andare in pensione”.
Restano intanto nel cassetto almeno due progetti: la sceneggiatura del film Antelope Don’t Run No More, apparentemente completata nel 2010, e la serie in 13 puntate su Netflix Wisteria/Unrecorded Night che nel 2020 sembrava nelle fasi iniziali di sviluppo.