Il Grande Fratello originale, quello inventato nel 1984, il capolavoro di George Orwell, rivive in teatro 76 anni dopo la pubblicazione grazie a Violante Placido, Ninni Bruschetta e Woody Neri. Il 22 ottobre sarà al teatro Quirino di Roma, poi a Genova, Milano, Torino, Palermo, Trieste.
Oggi i più pensano al Grande Fratello come a un programma tv, nella mente di Orwell era Stalin e il sistema comunista: Orwell, anarchico, volontario in Spagna nel 1937, dovette fuggire per evitare la fucilazione da parte dei comunisti.
C’è ancora chi ricorda la versione cinematografica del 1954 e le foto sulle riviste italiane di quel tempo.
Rodolfo di Giammarco su Repubblica ha intervistato Violante Placido. Secondo l’attrice, Orwell aveva previsto tutto, nelle sue pagine, tanto da spingere l’attuale rilettura a inscenare i postumi attuali del 1984: totalitarismo, dittature e algoritmi con linguaggio odierno da Intelligenza Artificiale.
“Gli spettatori devono chiedersi chi sono diventati i personaggi, restando in bilico di fronte alla mia ambiguità. Mi pongo continui problemi di coscienza tra fedeltà e ribellione, fra torpore, impotenza e paura d’una materia inquietantemente attuale. Guerre che ci minacciano, tecnologie che ci rendono schiavi, sistemi che ci spiano.
“Basta citare tre slogan della società orwelliana dell’Oceania: la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza. Non vengono i brividi, in questo mondo distopico e dispotico che manipola le menti degli individui rendendoli appagati delle sottrazioni subite? In tale contesto la mia Giulia fa cose quasi mascoline, nel profondo è una sovversiva che conosce le regole del Partito, sa stare al gioco, ma si crea un sistema di disobbedienza alle regole”.
Il suo personaggio, ricorda l’intervistatore, ha una relazione con Winston Smith che è vietata, perché il Grande Fratello proibisce pensare, amare, divertirsi.
“È così. Quando incontro Winston lui non ha vie di mezzo, è un martire, eppure tra noi esplode un sentimento: secondo me il lavoro è bello perché è un pugno allo stomaco, è un atto rivoluzionario e doloroso d’indipendenza in un universo dove l’unica concessione sono le tavolette (razionate) di cioccolato.
“Io in teoria ho il compito di fare la guardiana antisesso, ma questo rafforza la mia passione tra piccole spie del regime, alimentando una forte carica d’erotismo con Winston in una stanza d’affitto lontana da videocamere di sorveglianza, tv accese, telefonini».
L’adattamento inglese immette molta “tecnologia” nella trasposizione di 1984. Quali?
“Se nel romanzo di Orwell è prevista la pratica collettiva dei due minuti d’odio contro chi viene catturato dal sistema, con i peggio insulti per i trasgressori delle regole, qui sui social del nostro presente si scatena una tempesta di 101 minuti a base di video terribili su Instagram, Google e Facebook”.
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