
La locandina, il consiglio cinematografico di oggi: Alla ricerca di Nemo, di Andrew Stanton - Blitz Quotidiano
Qualche giorno fa, a pochi chilometri dalle coste di Tenerife, si è verificato un evento straordinario, ovvero l’avvistamento eccezionale di un esemplare di melanoceto. Noto anche come “diavolo nero”, per il suo aspetto minaccioso e per i lunghi e affilati denti, questo pesce è stato avvistato vicino alla superficie dell’acqua, dunque lontano dal suo habitat naturale, quello delle profondità degli oceani tropicali e subtropicali. La scena è stata naturalmente ripresa in video e le immagini sono state diffuse dal fotografo naturalista David Jara Boguñá, che ha rivelato: “Potrebbe trattarsi del primo avvistamento al mondo di un esemplare adulto in pieno giorno e in acque superficiali. Si tratta di un pesce leggendario che poche persone hanno avuto il privilegio di osservare vivo”.
In effetti, questa è una specie che si avvicina raramente alla superficie e le cause della sua comparsa sono ancora tutte da chiarire, nonostante alcune ipotesi al riguardo. Il suo aspetto, come detto, non è esattamente quello di un pesce dai lineamenti dolci, tutt’altro, ma forse è anche per questo che negli anni si è alimentato un certo mito sul suo conto. Ha un aspetto familiare? Per tutti gli amanti dell’animazione, o più semplicemente per tutti quelli che possiedono una buona memoria, questo pesce potrebbe ricordarne uno apparso nel film Alla ricerca di Nemo. È proprio lui, protagonista di una delle scene di maggior tensione del classico Pixar, che oggi cogliamo l’occasione per consigliarvi.
Alla ricerca di Nemo, di Andrew Stanton
Lungo la barriera corallina vivono Marlin e Coral, due pesci pagliaccio prossimi a diventare genitori. Mentre attendono la nascita dei piccoli, la loro casa viene attaccata da un feroce barracuda, che uccide Coral e buona parte delle uova. Ne sopravvive solo una, dalla quale uscirà il piccolo pesce che Marlin decide di chiamare Nemo. Vivace e curioso, Nemo cresce in compagnia del padre, ma durante una gita il piccolo si allontana perché affascinato da una barca lontana, dalla quale spunta un sub che lo cattura. Marlin, disperato, decide di intraprendere così un lungo e difficile viaggio per ritrovare suo figlio, facendo affidamento anche sulla bizzarra compagnia di Dory, una pesciolina blu che soffre di perdita della memoria a breve termine. Mentre il loro viaggio li metterà di fronte alla scoperta di altri pesci, alcuni buoni e altri decisamente più minacciosi, Nemo si ritrova prigioniero nell’acquario di un dentista. Qui fa la conoscenza di alcune creature dell’oceano, tra cui Branchia, con il quale pianifica una fuga.
Creatività, tecnica eccellente e un linguaggio per tutti
Perché il film di Andrew Stanton è diventato un classico della Pixar e più in generale della Disney? I motivi sono tanti, a partire dal successo al botteghino. In sala, infatti, Alla ricerca di Nemo ha ottenuto numeri clamorosi ed è stato il secondo film con il maggior incasso del 2003. Un successo che si ricollega naturalmente anche ai consensi favorevoli della critica. Il film, infatti, si è aggiudicato la vittoria agli Oscar nella categoria di miglior film d’animazione, istituita appena due anni prima.
Ma il motivo più profondo di questo successo è riconducibile alla bravura tecnica e narrativa del suo creatore. Stanton, infatti, costruisce una sceneggiatura pressoché impeccabile, intrisa di molteplici significati e guidata da un linguaggio universale, per tutti, grandi e piccoli. Pur percorrendo percorsi narrativi classici, fondamentalmente basati sui simbolismi propri di un viaggio, il film si avvale di una creatività sconfinata, la stessa che dà vita a personaggi tridimensionali molto ben caratterizzati, i quali hanno la forza di rivolgersi a un pubblico vastissimo. La storia, naturalmente, porta con sé alcuni insegnamenti, piccole e grandi lezioni di vita trasmesse con una buona dose di divertimento, ironia e perfino suspense. La tecnica, allo stesso modo, mostra le sue peculiarità eccellenti tramite una computer grafica in grado di restituire la bellezza delle creature protagoniste, così come l’immensità di un oceano sconfinato, ricco di fascino ma anche di pericoli costanti.