Cinema

La locandina, il consiglio cinematografico di oggi: Borotalco, di Carlo Verdone

Il 3 marzo, all’età di 71 anni, ci ha lasciati Eleonora Giorgi, una delle attrici più apprezzate del cinema italiano. Da tempo combatteva contro una terribile malattia, ovvero un tumore al pancreas che si è aggravato nelle ultime settimane per via delle metastasi che hanno raggiunto il cervello. L’attrice ha raccontato il suo difficile percorso, passo dopo passo, aggiornando costantemente il pubblico sulle proprie condizioni di salute mostrandosi spesso sorridente, sempre consapevole e genuinamente sincera.

Eleonora Giorgi si era fatta conoscere negli anni Settanta, attestandosi come una delle interpreti più affascinanti dell’epoca. Ha poi raggiunto un certo successo nel decennio successivo, partecipando a numerose commedie divenute iconiche. Negli anni successivi ha proseguito la sua carriera cinematografica e soprattutto quella televisiva, prendendo parte a diversi talk show. Oggi, omaggiandone la memoria e la sua innata e genuina simpatia, vi consigliamo Borotalco, di Carlo Verdone.

Borotalco, di Carlo Verdone

Sergio Benvenuti (Carlo Verdone), ingenuo e un po’ impacciato, convive con l’amico Marcello (Christian De Sica) in un convitto. Il ragazzo, sempre tormentato da Augusto (Mario Brega), il padre della sua fidanzata Rossella, si ritrova costretto a cercare un lavoro in modo da sistemarsi definitivamente. Ne trova uno come venditore porta a porta, un mestiere decisamente poco adatto al suo carattere. Decide così di chiedere aiuto alla sua bravissima collega Nadia Vandelli (Eleonora Giorgi).

I due, che non si sono mai incontrati, si danno appuntamento davanti alla casa di un cliente. Giunto sul posto, stanco di aspettare Nadia, Sergio raggiunge da solo l’appartamento dell’architetto Manuel Fantoni (Angelo Infanti), un uomo affascinante le cui storie, avvincenti e straordinarie, scatenano l’interesse del ragazzo. Una volta rimasto da solo nell’appartamento, in seguito all’arresto di Fantoni, Sergio decide di interpretarne il ruolo, divertendosi a vestire i panni di un uomo completamente differente da lui. Quando arriva Nadia, però, Sergio decide di continuare a interpretare la parte, facendole credere di essere lui quell’affascinante uomo di mondo. A una bugia ne seguono altre mille: la donna rimane folgorata dal finto Manuel, mentre Sergio non sa più come venirne fuori.

Nel 1982, Carlo Verdone realizza un film che segna una svolta definitiva nella sua carriera. Il regista, infatti, si allontana dai suoi personaggi, figli di una struttura episodica naturalmente vincente che ha caratterizzato i suoi primi due film. Con Borotalco, invece, le maschere che avevano contraddistinto l’anima filmica di Un Sacco bello e Grande, grosso e Verdone cedono il posto a una narrazione più approfondita, per certi versi più classica. Il protagonista, Sergio Benvenuti, raffigura lo spirito di quegli anni, di quella gioventù un po’ incosciente e altrettanto insicura catapultata in un contesto di ottimismo generale, sbocciato dopo i decenni complessi del terrorismo e degli anni di piombo. Ottimismo che rispecchia anche la leggerezza che contraddistingue Borotalco, nel quale non manca mai, altra peculiarità del cinema di Verdone, una costante e congenita malinconia di sottofondo.

Da elogiare anche la prova di Eleonora Giorgi, la cui interpretazione le è valsa un David di Donatello e il Nastro d’argento per la migliore attrice protagonista. Il suo, infatti, è un personaggio la cui spontaneità sognatrice, dettata da un profondo senso di libertà, incarna perfettamente la coscienza generazionale di quegli anni. Borotalco è un film che vive delle atmosfere caratteristiche di quel periodo, impossibile da realizzare, parola dello stesso Verdone, nel clima timoroso di questi anni un po’ complicati per il cinema italiano.

Published by
Giuseppe Avico