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La locandina, il consiglio cinematografico di oggi: La fine del mondo, di Edgar Wright - Blitz Quotidiano
Negli ultimi anni sempre più pub britannici si ritrovano costretti a chiudere, un fenomeno economico che colpisce una tradizione plurisecolare tra le più radicate nei luoghi simbolo della socializzazione. Qualcosa, però, si sta muovendo, grazie a una campagna nata da un’iniziativa lanciata dal Daily Mirror alla quale ha aderito perfino il primo ministro laburista Keir Starmer. L’idea, infatti, è quella di salvare non solo il business e così l’intero settore, ma più in generale quello che rappresenta un vero e proprio rito nazionale. I dati allarmanti del 2024 fanno riferimento alla chiusura di oltre 400 pub in Inghilterra e in Galles. In media, si assiste alla chiusura di circa 34 pub al mese, numeri che non si discostano troppo da quelli del lockdown durante la pandemia di Covid.
“Non c’è niente di meglio per ciascuno di noi, me compreso, che rilassarsi a fine giornata nel pub locale con una pinta di birra”, ha dichiarato Starmer, in linea con un pensiero comune che affonda le proprie radici in una delle principali e più apprezzate tradizioni del Regno Unito. Chissà cosa penserebbe Gary King, tra i protagonisti di una delle commedie più divertenti e fuori di testa degli ultimi vent’anni. Naturalmente avrebbe una reazione di sgomento, simile allo shock di chi assiste all’ordinazione dell’acqua minerale in un pub storico. Oggi, infatti, vi consigliamo il film La fine del mondo, di Edgar Wright.
La fine del mondo, di Edgar Wright
Gary King (Simon Pegg), un quarantenne scapestrato, desidera ardentemente di riunirsi con il suo storico gruppo di amici. Ne fanno parte Andrew (Nick Frost), Steven (Paddy Considine), Oliver (Martin Freeman) e Peter (Eddie Marsan). L’idea è quella di ritentare un’impresa che avevano fallito quando erano più giovani, ovvero quella di portare a termine il cosiddetto “Miglio Dorato”. Si tratta di un lungo e tortuoso viaggio alcolico in cui ogni membro del gruppo dovrà bere una pinta in dodici pub differenti, fino ad arrivare al The World’s End, il pub finale, quello che sancisce la loro vittoria.
Gli adolescenti, però, si sono fatti adulti, ma Gary è convinto che questa volta possano davvero farcela. Di pub in pub, però, il gruppo si rende conto che la piccola cittadina della loro impresa, Newton Haven, non è più quella di una volta, compresi gli abitanti, che iniziano a comportarsi in maniera strana. Una pinta dopo l’altra, i cinque capiscono che intorno a loro sta effettivamente accadendo qualcosa di insolito e terribile, quando i cittadini si dimostrano alquanto minacciosi verso di loro. Ma il viaggio deve continuare, anche a costo di camminare sulle macerie dell’umanità stessa.
Il regista inglese Edgar Wright, accompagnato in fase di scrittura dall’attore Simon Pegg, realizza il terzo e ultimo capitolo della cosiddetta “trilogia del cornetto”, iniziata con Shaun of the Dead e proseguita con Hot Fuzz. Il mondo parodistico e allegorico costruito da Wright e modellato sulle forme della commedia brillante, prima attraverso il cinema di genere, con l’horror di Shaun of the Dead, poi con quello d’azione con Hot Fuzz, in questo capitolo conclusivo si proietta in una dimensione puramente fantascientifica.
Pur mostrandosi legato a un formato proprio del cinema di intrattenimento, lo spettacolo messo in scena mira a un capovolgimento situazionale, ricco di imprevisti e di continui rovesciamenti iperbolici tipici del cinema di Wright, indagatore furtivo e sempre ironico degli aspetti più contraddittori e assurdi della nostra epoca. La fine del mondo, portando avanti argomentazioni come l’amicizia e l’inseguimento di un’adolescenza perduta, si tinge delle più vivaci suggestioni del cinema di genere, nello specifico quello di fantascienza degli anni Cinquanta, calcolando al millimentro un citazionismo scatenato e non sempre alla portata di tutti.