
La locandina, il consiglio cinematografico di oggi: Predator, di John McTiernan - Blitz Quotidiano
Al CinemaCon 2025 è andata in scena la presentazione di un progetto molto atteso, ovvero quello di un nuovo capitolo della saga di Predator. Sul palco, l’attrice Elle Fanning ha svelato alcuni dettagli su Predator: Badlands, il sesto film del famoso franchise dedicato a una delle creature aliene, gli Yautja, tra le più iconiche del cinema. “In questo film succede qualcosa che è senza precedenti nella saga. Non sarò io a essere inseguita, non sono io la preda. In realtà, il mio personaggio farà squadra con Predator e questo approccio ribalterà totalmente il concept alla base della serie. Per la prima volta, vedremo le cose sotto una luce completamente nuova”, ha dichiarato l’attrice.
Il film, che uscirà il 6 novembre di quest’anno, sembra dunque voler riscrivere le regole alla base del franchise, interrogandosi, e interrogando il pubblico, su un concetto tanto semplice quanto affascinante: cosa accadrebbe se il Predator venisse considerato come un alleato anziché come un nemico? Al di là dell’intrigante premessa, ci si augura che il film non deluda le attese dei fan. La regia è affidata ancora una volta a Dan Trachtenberg, che nel 2022 realizzò un prequel della saga, il tanto discusso Prey. Predator: Badlands, inoltre, è solo uno dei due film del franchise in uscita quest’anno, entrambi confermati dalla 20th Century Studios. L’altro, ancora avvolto nel mistero, uscirà in esclusiva su Disney+ e potrebbe essere un film animato.
La saga di Predator si è presentata al pubblico nel 1987 con il primo capitolo firmato da John McTiernan, con protagonisti Arnold Schwarzenegger e Carl Weathers (Rocky). Nel 1990 è uscito Predator 2, con Danny Glover (Arma letale). Sorvolando sui capitoli crossover, ovvero Alien vs. Predator (2004) e il disastroso Aliens vs. Predator 2 (2007), si arriva direttamente al 2010, quando in sala è uscito Predators, un interessante terzo capitolo della saga ingiustamente massacrato dalla critica.
Il franchise si è arricchito (e appesantito) con The Predator (2018) e con il quinto capitolo, il già citato Prey (2022). Come spesso accade nei territori paludosi delle saghe cinematografiche, anche il franchise di Predator è figlio di una certa incostanza, alternando capitoli interessanti ad altri semplicemente poco riusciti, o perfino disastrosi. Oggi, però, vogliamo consigliarvi quello che ancora si può considerare il miglior Predator mai realizzato, il primo e indimenticabile capitolo della saga.
Predator, di John McTiernan
Un elicottero, con a bordo il ministro di un Paese alleato con gli Stati Uniti, viene abbattuto e precipita in una giungla. Il generale Philips e l’agente della CIA George Dillon (Carl Weathers), decidono così di convocare il maggiore Alan “Dutch” Schaefer (Arnold Schwarzenegger). La missione che gli viene affidata, alla quale parteciperà anche lo stesso Dillon, è quella di trovare l’elicottero e salvare il ministro, che si pensa sia stato catturato da un gruppo di guerriglieri antigovernativi.
La mattina seguente, la squadra di Dillon e Schafer viene trasportata e lasciata nella giungla. Riescono rapidamente a individuare l’elicottero e i membri dell’equipaggio, constatando che sono stati tutti brutalmente uccisi. Prima di poter chiamare i mezzi di recupero, uno strano essere invisibile inizia a uccidere i membri della squadra di Schaefer. La stagione della caccia, infatti, è appena iniziata.
La giungla di McTiernan
John McTiernan, prima ancora di realizzare blockbuster di un certo livello come Trappola di cristallo (1988), Caccia a Ottobre Rosso (1990) e Die Hard – Duri a morire (1995), nel 1987 firma la regia del suo film di maggior successo al botteghino, quel Predator che oggi consideriamo giustamente un cult assoluto. Pur riconoscendo nel film suggestioni che rimandano a un certo immaginario fantascientifico e a un altro tipicamente horror, il primo Predator in realtà fa dell’azione il suo reale punto di forza e d’interesse. Questa è una caratteristica fondamentale alla base del linguaggio di Predator, diametralmente opposto a quello tipico dell’universo di Alien, nonostante la noiosa tendenza, protratta nel tempo, a considerarli due mondi comunicanti o perfino simili.
Contando sulla presenza e sul peso commerciale di Schwarzenegger (già protagonista in Terminator, Conan il barbaro, Commando e Codice Magnum), McTiernan in Predator gioca con quelli che sono gli standard un po’ retorici e un po’ reazionari del cinema d’azione statunitense di quegli anni, di cui l’attore austriaco è una delle star più rappresentative insieme a Sylvester Stallone. Nel cuore della giungla, infatti, serviranno a poco i muscoli dei soldati, le loro battutine o i fiumi di proiettili consumati contro una creatura aliena imprendibile e astuta, un nemico invisibile. In Predator, per sopravvivere e per battere la creatura, bisognerà ricorrere all’ingegno, a una primordiale pianificazione basata sull’adattamento costante.
Capovolgendo in parte quelli che sono i vizi e i capricci tipici dell’action anni Ottanta, pur senza prenderne radicalmente le distanze, McTiernan costruisce uno spettacolo esaltante e coinvolgente. Il tutto poi è impreziosito anche dall’intuizione sempre piacevole e per nulla scontata di voler centellinare la presenza della creatura. Una scelta che giova alla tensione e al ritmo, amplificando anche un senso di sorpresa nella spettacolarizzazione di quelle sequenze finali, azzeccatissime e ormai iconiche, nelle quali il Predator si mostra in tutta la sua (poca) bellezza.