Il regista premio Oscar Christopher Nolan è senza dubbio una personalità cinematografica tra le più influenti e popolari di questo secolo, senza contare l’enorme successo delle sue produzioni. Il regista britannico, con un cinema tanto spettacolare quanto per certi versi divisivo, ha saputo conquistarsi una fetta di pubblico gigantesca, che segue con fedeltà e assoluta dedizione ogni sua opera. Non c’è da sorprendersi poi tanto, dunque, quando la notizia del suo prossimo film attiri con così tanta forza l’attenzione del pubblico e della stampa specializzata.
Dopo il successo di Oppenheimer (sette premi Oscar tra cui miglior film), Nolan è pronto a voltare pagina ancora una volta. Universal Pictures, infatti, ha comunicato tramite i propri canali social il nuovo film del regista: “Il prossimo film di Christopher Nolan sarà un’epopea d’azione mitologica ed epica tratta dall’Odissea di Omero e girata in tutto il mondo con la nuovissima tecnologia Imax”. La produzione in programma per la metà del 2025, quindi, si presenta come un progetto davvero colossale, tanto ambizioso quanto dispendioso in termini economici, presentandosi molto probabilmente come il film di Nolan più costoso di sempre. Eppure, abbiamo ormai imparato a riconoscere modalità, sviluppo e filosofia dietro ogni opera del regista britannico, le stesse che qualcuno critica e qualcun’altro elogia.
Oggi vogliamo consigliare quello che riteniamo essere uno dei suoi film più riusciti, quello che ha saputo fondere tutte le principali caratteristiche del suo cinema rappresentandole nella maniera più efficacie possibile. Parliamo di The Prestige, di Christopher Nolan.
The Prestige, di Christopher Nolan
Verso la fine dell’Ottocento, a Londra i maghi-illusionisti Robert Angier (Hugh Jackman) e Alfred Borden (Christian Bale), un tempo colleghi e perfino amici, si sfidano tutte le sere. A distanza, ognuno sul proprio palco, mettono in scena spettacoli incredibili ai limiti del possibile.
Entrambi istruiti dall’ingegnere illusionista John Cutter (Michael Caine), i due cercano in tutti i modi di prevalere l’uno sull’altro, infiammando una rivalità che si concretizza con l’esecuzione di numeri scenici sempre più pericolosi. La loro rivalità, che sfocia nell’ossessione, coinvolge anche altre figure come l’assistente di Angier, la giovane Olivia Wenscombe (Scarlett Johansson) e il controverso scienziato Nikola Tesla (David Bowie).
La premessa, la svolta e il prestigio
Ricorrendo alla spettacolarità filmica, frutto di uno stile estetico e narrativo sfaccettato, divisivo, modellato su più piani, non lineare e strettamente collegato alla conoscenza scientifica (potremmo proseguire ma ci limitiamo alla feroce sintesi), Nolan ha portato sullo schermo diversi temi ma tutti incentrati sull’uomo e la sua etica, la sua moralità, attorno alla quale il regista ha plasmato mondi, perfino universi, sempre differenti.
Partendo dalle parole/insegnamento di John Cutter, “premessa, svolta e prestigio”, Nolan dispiega a poco a poco la sua narrazione come farebbe il più abile degli illusionisti. Cinema e magia, in questo caso, si contaminano e si intrecciano costantemente: cos’è il cinema se non una magnifica illusione? La premessa, ovvero il primo atto cinematografico, mostra qualcosa di ordinario. La svolta, il secondo atto, trasforma quella normalità in qualcosa di straordinario. Il pubblico, sia quello del film che quello dello spettacolo di magia, rimane a bocca aperta, agganciato, eppure ancora confuso perché alla storia manca un pezzo fondamentale. Il prestigio, il terzo atto conclusivo, riporta in scena l’oggetto sparito restituendolo alla normalità, il colpo di scena finale.
Giocando con questa scomposizione temporale, la stessa che gli illusionisti Angier e Borden seguono con devota applicazione, Nolan affronta nel film tanto un certo dualismo, una sorta di doppelganger snaturato, quanto l’ossessione che spinge i due protagonisti al limite estremo della loro rivalità, alla ricerca entrambi del numero “perfetto”.