Flavio Briatore: “Nathan Falco? Servono più idraulici che laureati”

Flavio Briatore: “Servono più gli idraulici che i laureati" (foto Ansa)
Flavio Briatore: “Servono più gli idraulici che i laureati” (foto Ansa)

ROMA – “Mio figlio non andrà all’università, non ne vedo la ragione”. Flavio Briatore, intervistato dal settimanale “Oggi”, aveva spiegato che il figlio, Nathan Falco, farà il collegio in Svizzera ma poi non andrà avanti con gli studi. Ora Briatore, intervistato dal Corriere della Sera, chiarisce: 

“Non ho detto che se mio figlio dovesse avesse avere la passione per matematica o ingegneria, gli vieterei la laurea – ha spiegato l’imprenditore -. Nathan Falco farà quello che vuole. Però, penso che la metà di chi va all’università lo fa per compiacere i genitori o sentirsi chiamare dottore, per cui se mio figlio non vuole studiare, meglio che inizi a lavorare e imparare a 18 anni, che a 25 con una laurea inutile“.

“Può fare anche il prete, se gli piace – continua – ma credo di no: fa fatica col catechismo. A scuola va bene, ma vuole diventare calciatore, ed è giusto che abbia un sogno. In ogni caso, da grande, avrà la responsabilità di un gruppo che oggi ha 1.200 dipendenti e magari ne avrà duemila: deve comunque garantire le condizioni affinché tutti possano pagare i loro mutui. Io posso insegnargli, ma non ho vent’anni… Prima comincia, meglio posso seguirlo e anche rendermi conto se è capace”.

E alla domanda se secondo lui sia meglio quindi lavorare piuttosto che laurearsi risponde: “Se c’è attitudine allo studio, no. Altrimenti, perché non lavorare? Oggi, il mondo ha bisogno di idraulici ed elettricisti“. Poi, Briatore ha ribadito la sua contrarietà al reddito di cittadinanza: “La gente ha bisogno di dignità, non elemosina. Con le nostre coste, potremmo vivere di turismo. Perché invece di dare il reddito per stare a casa non consentono agli imprenditori di assumere giovani alla stessa cifra? Tanti, se potessero pagare 700 o 800 euro al mese, senza tasse e Tfr, assumerebbero. Nel turismo, con contratti stagionali di sei mesi. Le persone, almeno, imparerebbero un mestiere”.

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