Godzilla, il regista del nuovo film vuole recuperare “la spiritualità giapponese” dell’originale del 1954.
Godzilla, il mostro da incubo che emette radiazioni e che è nato dalle armi nucleari, ha attraversato molti film, compresi diversi remake hollywoodiani. nota Yuri Kageyama per la Associated press.
Takashi Yamazaki, il regista dell’ultimo film su Godzilla, che uscirà nelle sale americane alla fine di quest’anno, era determinato a far emergere quella che ritiene essere la spiritualità essenzialmente giapponese che caratterizza l’originale del 1954.
In quel classico, diretto da Ishiro Honda, un uomo sudava all’interno di una tuta di gomma e calpestava miniature di paesaggi urbani per raccontare la storia di una creatura preistorica erroneamente portata in vita dalle radiazioni dei test nucleari nel Pacifico. Il mostro di “Godzilla meno uno” è interamente realizzato in computer grafica.
“Amo il Godzilla originale e ho pensato di rimanere fedele a quello spirito, affrontando i temi della guerra e delle armi nucleari”, ha dichiarato Yamazaki, che ha anche scritto la sceneggiatura e supervisionato gli effetti speciali computerizzati.
“In Giappone esiste un concetto chiamato ‘tatarigami’. Ci sono dei buoni e dei cattivi. Godzilla è mezzo mostro, ma anche mezzo dio”.
Ambientato subito dopo la resa del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, il film di Yamazaki è precedente all’originale e ritrae una nazione così devastata dalla guerra da non avere più nulla, tanto meno armi per combattere Godzilla.
Ryunosuke Kamiki interpreta l’eroe, un soldato che sopravvive alla guerra e perde la sua famiglia, per poi ritrovarsi ad affrontare Godzilla.
Alcuni appassionati di Godzilla ritengono che Hollywood abbia talvolta ritratto erroneamente “Gojira”, come è conosciuto in Giappone, come un disastro naturale inevitabilmente fatale, quando invece l’aspetto nucleare è fondamentale.
Yamazaki, che ha lavorato con il famoso autore Juzo Itami, ha vinto l’equivalente giapponese dell’Oscar per “Always – Sunset on Third Street”, un commovente dramma familiare ambientato negli anni ’50, e “The Eternal Zero”, sui piloti di caccia giapponesi.
Ciò che lo ha fatto interessare al cinema da bambino è stato “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg. Era così affascinato dal film che non riusciva a smettere di parlarne, ha ricordato, e seguiva sua madre per ore, anche mentre lei preparava la cena.
“Guerre stellari”, il franchise creato da George Lucas e un altro dei preferiti della fantascienza, evoca così tanti temi asiatici che lo rendono il regista perfetto per un sequel, ha detto Yamazaki.
“Sono sicuro di poter creare uno ‘Star Wars’ molto speciale e unico”, ha detto.