L’ex re di Spagna Juan Carlos pensa a un ritorno alla vita pubblica dopo aver vinto una una causa da quasi 154 milioni di euro intentata a Londra dalla sua ex amante, che lo accusava di una campagna di molestie.
L’ex monarca 85enne era stato citato in giudizio da Corinna zu Sayn-Wittgenstein-Sayn, secondo la quale Juan Carlos avrebbe orchestrato minacce, sorveglianza e intimidazione dal 2012.
Dopo che il caso di Sayn-Wittgenstein è stato respinto venerdì dall’Alta Corte di Londra, Juan Carlos – che nega di aver mai molestato la sua ex amante – ha accolto con favore la decisione, che secondo un portavoce “conferma senza sorprese la sua innocenza”.
Il portavoce di Juan Carlos ha dichiarato in un comunicato: “La decisione favorevole a Sua Maestà, ristabilisce le condizioni necessarie per ulteriori apparizioni pubbliche”.
L’ex re si è trasferito ad Abu Dhabi nel 2020 sotto una nuvola di scandali che hanno scosso la Casa Reale di Spagna e da allora non ha più partecipato ad alcun atto ufficiale con la famiglia reale spagnola.
La famiglia reale spagnola ha rifiutato di commentare la dichiarazione di Juan Carlos.
Il portavoce di Juan Carlos ha aggiunto: “Sua Maestà non si trova più ad affrontare alcun procedimento giudiziario. Si sono ristabite così le condizioni necessarie per ulteriori apparizioni pubbliche, come ha avuto recentemente l’opportunità di fare nelle gare di vela in cui ha hanno preso parte.”
Sayn-Wittgenstein sostiene che Juan Carlos le ha regalato 65 milioni di euro per nascondere i soldi alle autorità fiscali spagnole, e lei è stata poi molestata da Juan Carlos o da persone che agivano per suo conto perché non gli permetteva l’accesso al denaro.
I suoi avvocati hanno anche detto che un libro in cui si sostiene che la principessa Diana è stata uccisa dai servizi segreti britannici è stato lasciato nell’appartamento svizzero di Sayn-Wittgenstein mentre era fuori, sono stati sparati colpi di arma da fuoco contro le telecamere a circuito chiuso fuori casa e il suo telefono cellulare è stato monitorato.
La giudice Rowena Collins Rice si è pronunciata a favore dell’ex re, affermando che la causa di Sayn-Wittgenstein non conteneva ragionevoli motivi per avanzare un reclamo.
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