Il generale della Libia Khalifa Haftar sarebbe morto Il generale della Libia Khalifa Haftar sarebbe morto

Libia, generale Khalifa Haftar “è morto”. Ora si rischia il caos in Cirenaica

Il generale della Libia Khalifa Haftar sarebbe morto
Libia, generale Khalifa Haftar “è morto”. Ora si rischia il caos in Cirenaica

TRIPOLI –  Il generale libico Khalifa Haftar, comandante delle forze armate che fanno capo al Parlamento di Tobruk, “è morto”: lo riferiscono diverse fonti libiche riprese anche dai principali quotidiani italiani.

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E adesso si teme il caos nel Paese, dal momento che, nel bene e nel male, Haftar era stato in grado di tenere sotto controllo un’ampia parte della Libia, in particolare la Cirenaica.

Nei giorni scorsi fonti di stampa francesi e libiche hanno riferito che Haftar era stato ricoverato il 5 aprile in un ospedale di Parigi. Secondo il quotidiano francese Le Monde, il generale, 74 anni, sarebbe stato vittima di un ictus che avrebbe richiesto il suo rapido trasferimento da Amman, in Giordania, dove si trovava in cura per un tumore al cervello, alla capitale francese.

Sulle condizioni di salute del comandante delle forze di Tobruk si sono diffuse negli ultimi giorni notizie contrastanti. Alcuni siti libici hanno parlato di un peggioramento delle condizioni di salute, mentre fonti vicine al generale hanno smentito che Haftar fosse malato, sostenendo che si trattasse solamente di voci diffuse dagli “islamisti”.

Una figura controversa, enigmatica, con un senso della lealtà molto flessibile. Così è descritto il generale libico. Diventato comandante delle forze armate che fanno capo al Parlamento di Tobruk, in passato aveva aiutato il defunto Muammar Gheddafi nella sua ascesa al potere, durante il golpe del 1969.

Era stato capo di Stato Maggiore delle forze libiche fino al 1987, per poi essere scaricato dal colonnello dopo la guerra del Ciad: da prigioniero fu sconfessato da Gheddafi. Aveva vissuto negli Stati Uniti, dove, si dice, avrebbe collaborato con la Cia. Dalla Virginia era tornato in Libia nel 2011, l’anno della rivolta contro Gheddafi, e presto era diventato uno dei principali comandanti dei ribelli nell’est.

Nel maggio del 2014 aveva lanciato da Bengasi l’ultima battaglia per il controllo della Libia: l’Operazione Dignità contro le milizie islamiche, la “campagna contro i terroristi”, delle forze ribattezzate dal generale Esercito nazionale libico.

Adesso che lui non c’è più il timore è che i diversi clan della Cirenaica tenuti a bada possano entrare in collisione l’uno contro l’altro. Con ripercussioni anche a livello di flussi migratori.

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