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Marina Ripa di Meana: “Weinstein un mostro? E io che tentati di sedurre Scalfari…”

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Marina Ripa di Meana: “Weinstein un mostro? E io che tentati di sedurre Scalfari…”

ROMA – Marina Ripa di Meana: “Weinstein il demonio? E io che tentati di sedurre Scalfari…”.  Lo scandalo delle molestie ha travolto il produttore di Hollywood Harvey Weinstein, accusato da attrici come Asia Argento e Angelina Jolie o Gwyneth Paltrow. C’è chi lo condanna e chi invece stempera gli animi, come Marina Ripa di Meana, che spiega il suo punto di vista:

“In realtà eravamo quasi tutte pronte a darla anche al gatto, come si dice a Roma, pur di raggiungere lo scopo. E senza fare confusioni tra lupi e agnelli, tra vittime e carnefici, trovo tuttavia ipocrita questa slavina di perbenismo che l’America puritana sta riversando addosso a Weinstein”.

Marina Ripa di Meana nella lettera al direttore pubblicata sulla 27Ora sul Corriere della Sera parla di esagerazione nelle accuse al produttore di Hollywood:

“Non staranno esagerando? Cosa avrebbero dovuto fare a me, che ho tentato di sedurre nientedimeno che Eugenio Scalfari? Erano gli anni ’80, avevo appena pubblicato I miei primi quarant’anni, imperversavano i film sulla mia vita, ero sulla cresta dell’onda, quando su Repubblica uscì una vignetta di Pericoli e Pirella decisamente offensiva nei confronti miei, di Sandra Milo e Marta Marzotto. Vittorio Ripa di Meana, fratello di mio marito Carlo, e avvocato di Repubblica, avvertì Scalfari che la faccenda era molto seria e che il giornale rischiava una pesantissima querela. Il direttore allora venne a casa mia per scusarsi e chiedermi come si poteva lavare l’onta senza spargimento di sangue.

In quel momento mi ricordai che spesso Scalfari aveva detto che «ero la donna più bella del mondo, che era folgorato dalla mia simpatia». Allora mi accostai vicina vicina a lui sul divano della mia casa di via Borgognona e con un bel po’ di presunzione tentai di sedurlo seduta stante. Dopo qualche «ammoina», gli dissi: «Perché invece di mettere di mezzo avvocati e querele, non mi dedichi la copertina del Venerdì?». Lui però rimase imperturbabile, si ritrasse garbatamente con il suo famoso aplomb, non si lasciò sedurre e non mi fece nessuna copertina del Venerdì. Poi la faccenda passò nelle mani degli avvocati”.

Per la Ripa di Meana la morale è che si può anche dire no:

“Tutte queste attrici che oggi accusano Weinstein di «molestie» hanno a mio parere il torto di allinearsi, di fare fronte comune. Una specie di class action. Io preferisco l’azione individuale, libera”.

E ne ha anche per Asia Argento:

“Mi ha deluso. La considero la migliore attrice italiana, la più intelligente, la più estrosa, con quella sua bella voce un po’ roca e quell’arietta torbida da baby delinquente. Dice che ha accettato le avances di Weinstein solo per non farsi rovinare la carriera. Lei però a vent’anni ne sapeva una più del diavolo”.

 

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