ROMA – Strage di migranti nel Mar Egeo e in Tunisia. Come riferisce l’agenzia di stato turca Anadolu, nove migranti sono annegati dopo che il motoscafo sul quale viaggiavano è affondato al largo delle coste turche. Delle vittime, sei erano bimbi. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play].
In base a quanto si è appreso, il motoscafo ha registrato un’avaria nel distretto di Demre, nel golfo di Antalya, capitale del turismo della riviera turca. Cinque persone sono state tratte in salvo e una è tuttora dispersa. Le vittime sono due uomini, una donna e sei bambini.
In base a quanto riferisce l’agenzia Dogan, i migranti stavano cercando di raggiungere l’Europa anche se la meta precisa non è nota. L’approdo in un paese Ue più vicino alla loro rotta è la piccola isola greca di Kastellorizo, di fronte alla cittadina turca di Kas.
Le identità e la nazionalità delle vittime non sono state rese note.
Naufragio in Tunisia, a picco peschereccio: almeno 47 i morti.
Nella notte è avvenuto un altro naufragio, questa volta al largo delle isole Kerkennah in Tunisia. Le unità di soccorso della marina tunisina sono intervenute dopo l’Sos per un peschereccio in difficoltà. Secondo fonti locali a bordo dell’imbarcazione viaggiavano oltre 180 persone, tra cui un’ottantina provenienti da altri paesi africani, oltre a cittadini tunisini. Almeno 47 i morti.
A dirlo è un sopravvissuto al naufragio alla radio locale Mosaique Fm. L’imbarcazione – ha spiegato – è salpata ieri sera intorno alle 20.30 e ha iniziato a imbarcare acqua fino ad inabissarsi. Secondo il testimone il numero di morti supera di gran lunga quello dei corpi finora ripescati che secondo gli ultimi aggiornamenti, sono saliti a 37.
Il ministero dell’Interno di Tunisi, ha intanto precisato che 68 persone, sono state tratte in salvo. Dei circa 180 a bordo, oltre la metà sarebbe di origine tunisina mentre un’ottantina di persone proverrebbe da altri paesi africani. Le ricerche sono comunque ancora in corso. Il tratto di mare antistante le isole Kerkennah fu il teatro l’8 ottobre 2017 di un altro naufragio, definito “tragedia nazionale” dal premier Youssef Chahed, nel quale 38 migranti tunisini persero la vita e altri 38 vennero soccorsi. In quell’occasione un barcone di migranti diretti in Italia, venne speronato da una nave della marina tunisina. Per quei fatti la magistratura militare tunisina ha recentemente rinviato a giudizio per omicidio colposo e lesioni per ‘imprudenza, negligenza e inosservanza delle norme’ il ‘comandante’ del barcone e quello della nave militare, con l’accusa aggiuntiva per il primo di non aver evitato la collisione e di non essersi conformato ad un ordine dell’autorità in acque territoriali nazionali mentre per il secondo è scattata anche l’accusa di violazione delle regole militari.