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Niccolò Bettarini racconta l’aggressione a Milano: “Volevano ammazzarmi, sapevano chi ero”

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Niccolò Bettarini con la mamma Simona Ventura (foto Ansa)

ROMA – Niccolò Bettarini, figlio di Simona Ventura e dell’ex calciatore Stefano, [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] racconta dell’aggressione subita a Milano, fuori dalla discoteca Old Fashion.

“Al momento di uscire, era quasi mattina, ho notato con la coda dell’occhio le solite baruffe, routine tipiche della movida milanese all’uscita dei locali. Era ora di rientrare a casa ma dall’altra parte della strada una mia amica ha iniziato a chiamarmi urlandomi che stavano picchiando un nostro amico. Tre ragazzi lo accerchiavano e così mi sono buttato su di loro per difenderlo”.

“Da lì è iniziato il finimondo – racconta Niccolò -. Sono arrivati altri ragazzi, mi hanno aggredito. Ho sentito che mi avevano riconosciuto e “volevano ammazzarmi” perché sapevano chi fossi. Erano dieci. Ho tentato di difendermi e parare i loro colpi. Mi ricordo di essere caduto a terra e la mia amica si  buttata sopra di me per proteggermi da quella furia di violenza. Non si sono fermati, l’hanno riempita di calci. Volevano la mia vita, era chiarissimo. Sono tutte persone che hanno un passato di crimini e risse. Mentirei se ora dicessi che quel gesto avventato che poteva costarmi la vita me lo potevo anche evitare. Lo rifarei ancora e ancora. Darei la vita per i miei amici”.

“Il mio sogno – conclude il ragazzo – è fare il calciatore e vincere più di papà. Ho avuto due anni difficili con alcuni infortuni mentre mi allenavo con la Triestina a cui sarò sempre eternamente grato perché mi ha dato la possibilità di riprendere a giocare. Il mio idolo? Paolo Maldini. Squadra del cuore? Il Milan. Il miglior giocatore del mondo? Cristiano Ronaldo, un modello. Aveva la fame di arrivare. Sono un ragazzo fortunato ma la fame ce l’ho anche io. Sono stato cresciuto con dei valori solidi, e come dice mia madre: “Crederci sempre, arrendersi mai””.

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