ROMA – Da una parte Raoul Bova che dice: “Non sono gay. Sono sempre le solite voci, ora ho altro a cui pensare”. Dall’altra la “pressione” del Gay Center a dichiararsi: “A Raoul Bova vorremmo rispondere che invece sarebbe un bene, un fatto positivo se attori, cantanti, personaggi noti facessero coming out. Questo aiuta a combattere l’omofobia”.
Ma in realtà quello di Raoul Bova a Vanity Fair è uno sfogo:
«Se io sono un personaggio pubblico e conosco le regole del gioco, i miei figli non hanno fatto nulla per meritarsi questo trattamento… L’assedio dei fotografi li spaventa… Poi c’è la scuola: i compagni a casa hanno genitori che leggono, ascoltano, e a tavola commentano queste cose, e i figli le sentono, e tornando a scuola le ripetono, con la cattiveria che possono avere i bambini: tuo padre sta male, tuo padre è un ladro, tuo padre divorzia, tuo padre è gay… Se mi vedo costretto a parlare, è per proteggere loro».
Ma Fabrizio Marrazzo, portevoce di Gay Center, commenta le dichiarazioni dell’attore a Vanity Fair, in cui smentisce di essere gay, dicendo: “Ci sono molti personaggi dello star system italiano che pur essendo gay lo nascondono e non prendono mai posizione, neanche a sostegno delle battaglie per i diritti civili. L’11 ottobre è il coming out day, la giornata internazionale a sostegno dell’impegno per il coming out e per la visibilità. Sarebbe una notizia se ci fossero tanti tra i più famosi a dichiararsi pubblicamente omosessuali”.