Sanremo 2025, pagelle serata cover: Carlo Conti più sciolto, Giorgia e Annalisa ci hanno fatto emozionare (blitzquotidiano.it) foto ANSA
La quarta serata del Festival di Sanremo, dedicata alle cover e ai duetti, è sempre tra le più amate dal pubblico, tra scelte degli artisti azzeccate o meno, esperimenti coraggiosi e qualche scivolone. Ma se a brillare sono stati i duetti, a sorprendere ancora di più è stato un Carlo Conti finalmente meno ingessato, più spontaneo e, a tratti, persino showman. La serata cover di questa edizione ha introdotto due novità interessanti: le performance di questa serata non concorreranno al punteggio finale e gli artisti sono stati invitati a duettare non solo con ospiti esterni ma anche fra di loro. Vediamo le pagelle alla serata.
Carlo Conti ha finalmente cercato di staccare un po’ dal rigore meccanico delle prime tre serate, provando a interagire di più con il pubblico e a scambiare battute con i co-conduttori. Ha allentato il ritmo, seppur in maniera a tratti goffa, lasciando spazio a momenti di spontaneità e autoironia che, diciamolo, facevano un tempo parte del fascino del Festival. Anche se la sua presenza sul palco resta ancora influenzata da quella veste “programmata” che lo rende quasi un robot, dobbiamo riconoscere lo sforzo: è stato un tentativo, non perfetto, ma sicuramente un passo verso un Conti più rilassato e umano.
La presenza di Geppi Cucciari come co-conduttrice è stata una boccata d’aria fresca. Con la sua ironia tagliente ha saputo dare ritmo alla serata, mettendo tutti a proprio agio, tranne forse Carlo Conti, che si è trovato più volte al centro delle sue battute pungenti.
La formula delle cover e dei duetti ha portato sul palco performance di altissimo livello e altre che forse era meglio lasciare nel cassetto. Alcuni artisti hanno osato e sono stati premiati, altri hanno scelto la via più facile senza lasciare il segno.
Due grandi voci che affrontano un pezzo impegnativo. Bella prova, che ha meritato di vincere.
Geniale. Surreale. Indimenticabile. L’omaggio a Modugno con Topo Gigio è stato un colpo di teatro che ha unito musica e storia con leggerezza e intelligenza.
Un omaggio perfetto a De André, emozionante e magistrale. Uno dei migliori momenti della serata.
Scelta audace ha conquistato il pubblico, mostrando una faccia diversa del rapper, più raffinata e poetica.
Un’idea ambiziosa che però si è trasformata in un eccesso di potenza vocale. Il Volo impeccabili come sempre, ma hanno decisamente straripato, lasciando Clara un po’ in ombra.
Un’interpretazione intensa e ben calibrata. Arisa e Irama si sono trovati alla perfezione, regalando uno dei duetti più emozionanti della serata.
Un omaggio riuscito che ha portato un po’ di Napoli e tanto groove all’Ariston.
Un tributo perfetto a Lucio Dalla. Interpretazione magistrale e una dedica speciale a Paolo Benvegnù.
Un mix perfetto tra due artisti magnetici. Bene, ma senza troppo stupire.
Un omaggio a Cesare Cremonini riuscito e ben confezionato.
Noemi regge bene il palco, Tony Effe meno. Si poteva osare di più.
Massimo Ranieri è immenso e quindi gli si perdona tutto, ma la scelta della cover forse non è stata la più azzeccata per lui. Peccato.
Un duo che ha funzionato sorprendentemente bene. Grande prova vocale.
Energia, grinta e un degno omaggio a Pino Daniele.
Due grandi voci che affrontano un pezzo impegnativo. Bella prova, ma senza il guizzo vincente.
Interpretazione pulita, ma non particolarmente memorabile.
Scelta coraggiosa e arrangiamento interessante, ma qualcosa non ha convinto del tutto.
Un pezzo di storia dell’hip hop italiano che torna sul palco dell’Ariston con stile.
Rose Villain ha aperto la serata con un’interpretazione audace di un classico di Lucio Battisti, ripreso dalla stagione Mogol. In questa cover, la cantante ha saputo mantenere l’essenza del brano senza tradirne l’anima, tuttavia non ha convinto fino in fondo.
Il duetto tra Modà e Francesco Renga ha richiamato alla memoria il brano che, vent’anni fa, aveva consacrato il trionfo di Renga. Questa volta, tuttavia, l’interpretazione è stata rivisitata in chiave moderna, con i Modà che hanno apportato il loro tipico tocco rock.
In una scelta audace e leggermente nostalgica, Gaia ha deciso di interpretare “La voglia, la pazzia” insieme a Toquinho. Un brano che richiama atmosfere da carnevale e dalla pazzia della vita, eseguito con una chitarra e una voce che si intrecciano in modo quasi ipnotico. Una performance solida, anche se non priva di piccole lacune interpretative.
Un omaggio al passato che, però, non ha saputo catturare completamente il pubblico. La performance è iniziata bene, ma poi si è spezzata, lasciando la sensazione che la voce, pur presente, non sia riuscita a trasmettere l’intensità emotiva attesa. Il momento più emozionante è stato l’omaggio al fratello, Gianni Bella, autore della canzone.
L’incipit, con una citazione che richiama il leggendario Giorgio Gaber, ha dato il via a una performance in cui i due artisti hanno inventato un momento musical-teatrale originale e divertente. Pur non raggiungendo il livello di innovazione di altri duetti, il loro sforzo è apprezzato.
Questa cover di Simone Cristicchi, in duetto con Amara ha cercato di catturare l’essenza del brano con un approccio teatrale e dialogico. La performance ha avuto momenti di genuina intensità, ma il risultato finale è stato un po’ troppo “didascalico”, come se ogni parola fosse stata recitata piuttosto che cantata con naturalezza.
Sarah Toscano ha fatto da protagonista in un duetto con Ofenbach, offrendo una versione energica di “Overdrive” che le ha fatto guadagnare il titolo di “Taylor Swift italiana”. La sua performance, carica di sicurezza e di una presenza scenica che ha dominato il palcoscenico, ha fatto sì che il pubblico non potesse fare a meno di apprezzare ogni nota.
I Coma_Cose hanno scelto di reinterpretare “L’estate sta finendo” dei Righeira, e sebbene la scelta possa sembrare un omaggio forzato, il risultato è stato sorprendentemente divertente. L’accostamento alla figura iconica di Johnson Righeira ha aggiunto un tocco di ironia, rendendo il brano quasi come un ballo collettivo, dove i “cuoricini” seguono il ritmo familiare di un’estate ormai giunta al termine.
La cover ha offerto un’esperienza unica, unendo tre anime musicali diverse in un’interpretazione che ha fatto rivivere ricordi e sensazioni di un tempo passato. La chitarra di Federico Zampaglione ha completato l’insieme, creando un’atmosfera delicata e avvolgente.
Infine, il duetto di Shablo, accompagnato da Guè, Joshua e Tormento, in collaborazione con Neffa, ha chiuso la serata con una performance brillante. Il ritmo del medley, che ha unito “Amore de Mi Vida” e “Aspettando il Sole”, era alto e sostenuto, con ogni artista che ha saputo occupare il proprio spazio in maniera impeccabile.