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Buferone sul Festival di Sanremo, Mentana denuncia il ridicolo: Zelensky o no? Conte e Salvini a braccetto

Enrico Mentana ha il senso del ridicolo e inquadra nella giusta dimensione il buferone su Zelensky al Festival di Sanremo.

“Alla fine lo sgangherato livello del dibattito pubblico italiano produrrà il suo tragicomico risultato, e passerà la tesi per cui Zelensky — un leader che da un anno guida la resistenza di un paese europeo contro l’invasione russa — ha chiesto di andare a Sanremo ma non è stato accettato. Come i Jalisse”. 

Così speriamo si plachi il buferone. Prima la purga e poi Sanremo. Fuori i corrotti, dentro Amadeus. Avanti con i Leopard, indietro Cremlino. Zelensky scatenato. Una ne pensa e cento ne fa. Uno così dove può arrivare?

Il momento è delicato. Putin mette in campo missili ipersonici e i nuovi tank robotizzati, il presidente ucraino confida nei bestioni tedeschi da 62 tonnellate per smorzare la temuta offensiva di Mosca. Insomma, la guerra dei carri armati è alle porte. Lo zar vuole tutto il Donbass o peggio, Zelensky alza l’asticella delle richieste e vuole jet e  missili a lungo raggio. Girano molti soldi a Kiev e qualche ingordo c’è sempre.

TERREMOTO NEL GOVERNO UCRAINO

Prezzi gonfiati e ondate di corruzione. Zelensky è’ andato di fretta: via cinque governatori regionali e quattro vice ministri. Mosca ne ha subito approfittato esercitando un facile sarcasmo. Direttamente dal Cremlino: ”La dirigenza ucraina si sta spartendo la torta”. Immediata l’altrettanto facile replica: ”Senti chi parla!”. E giù frecciate sugli oligarchi “custodi della ricchezza personale di Putin” e sui “complici di Putin” caduti in disgrazia.

Inevitabili i riferimenti alla catena di morti misteriose, ai testimoni scomodi improvvisamente spariti, agli avidi e viziosi crapuloni colti con le mani nel sacco, agli epuloni del cerchio magico sfrattati con ignominia. Discreto (si fa per dire) anche il boss di Kiev: ha silurato fior di fedelissimi i quali si sono dimessi senza fornire spiegazioni. Tolleranza zero e bocche cucite. Non si sa mai: i Paesi alleati potrebbero raffreddare la loro fiducia.

SANREMO OSPITERÀ IL SERMONE DI KIEV? BUFERONE

Buferone sul festival. È giusto o no ospitare, nella serata conclusiva, l’intervista (registrata) a Zelensky nel bel mezzo delle canzonette in fiore? Al momento i pro e i contro si equivalgono. Con sorpresa. Da un certo punto di vista anche inquietante. Il duo Amadeus-Zelinsky un mezzo miracolo lo ha già fatto. E non mi riferisco all’Auditel.

No. Mi riferisco al teatrino che ne sta uscendo. Da non credere: Salvini e Conte la pensano alla stessa maniera, cioè sono per il no. Conte dice:“Zelensky al festival non è’ necessario “. Salvini aggiunge :”Spero che San Remo resti il festival della canzone italiana e non altro “. Anche i cosiddetti intellettuali si stanno mobilitando. Naturalmente con tanto di comunicato. E si rivedono i vari Freccero,Vauro, Cardini, Moni Ovadia ,Alessandro Di Battista.

Caracciolo a La7 è stato tranciante:” Mescolare orrore della guerra a spettacolo è diseducativo e di cattivo gusto“. Nella polemica si inserisce Alberto Mattioli che sul Foglio fa notare come “ da Vauro a Mario Giordano, gli opposti estremismi, si uniscono contro la presenza del presidente ucraino a San Remo ma la sua testimonianza può essere solo positiva per il programma e per chi lo guarda”.

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