Così speriamo si plachi il buferone. Prima la purga e poi Sanremo. Fuori i corrotti, dentro Amadeus. Avanti con i Leopard, indietro Cremlino. Zelensky scatenato. Una ne pensa e cento ne fa. Uno così dove può arrivare?
Il momento è delicato. Putin mette in campo missili ipersonici e i nuovi tank robotizzati, il presidente ucraino confida nei bestioni tedeschi da 62 tonnellate per smorzare la temuta offensiva di Mosca. Insomma, la guerra dei carri armati è alle porte. Lo zar vuole tutto il Donbass o peggio, Zelensky alza l’asticella delle richieste e vuole jet e missili a lungo raggio. Girano molti soldi a Kiev e qualche ingordo c’è sempre.
Prezzi gonfiati e ondate di corruzione. Zelensky è’ andato di fretta: via cinque governatori regionali e quattro vice ministri. Mosca ne ha subito approfittato esercitando un facile sarcasmo. Direttamente dal Cremlino: ”La dirigenza ucraina si sta spartendo la torta”. Immediata l’altrettanto facile replica: ”Senti chi parla!”. E giù frecciate sugli oligarchi “custodi della ricchezza personale di Putin” e sui “complici di Putin” caduti in disgrazia.
Inevitabili i riferimenti alla catena di morti misteriose, ai testimoni scomodi improvvisamente spariti, agli avidi e viziosi crapuloni colti con le mani nel sacco, agli epuloni del cerchio magico sfrattati con ignominia. Discreto (si fa per dire) anche il boss di Kiev: ha silurato fior di fedelissimi i quali si sono dimessi senza fornire spiegazioni. Tolleranza zero e bocche cucite. Non si sa mai: i Paesi alleati potrebbero raffreddare la loro fiducia.
Buferone sul festival. È giusto o no ospitare, nella serata conclusiva, l’intervista (registrata) a Zelensky nel bel mezzo delle canzonette in fiore? Al momento i pro e i contro si equivalgono. Con sorpresa. Da un certo punto di vista anche inquietante. Il duo Amadeus-Zelinsky un mezzo miracolo lo ha già fatto. E non mi riferisco all’Auditel.
No. Mi riferisco al teatrino che ne sta uscendo. Da non credere: Salvini e Conte la pensano alla stessa maniera, cioè sono per il no. Conte dice:“Zelensky al festival non è’ necessario “. Salvini aggiunge :”Spero che San Remo resti il festival della canzone italiana e non altro “. Anche i cosiddetti intellettuali si stanno mobilitando. Naturalmente con tanto di comunicato. E si rivedono i vari Freccero,Vauro, Cardini, Moni Ovadia ,Alessandro Di Battista.
Caracciolo a La7 è stato tranciante:” Mescolare orrore della guerra a spettacolo è diseducativo e di cattivo gusto“. Nella polemica si inserisce Alberto Mattioli che sul Foglio fa notare come “ da Vauro a Mario Giordano, gli opposti estremismi, si uniscono contro la presenza del presidente ucraino a San Remo ma la sua testimonianza può essere solo positiva per il programma e per chi lo guarda”.
Temporali, pioggia e vento in ordine sparso su molte regioni italiane, ma anche un nutrito…
In molti lo trascurano, ma per pulire davvero la lavastoviglie c’è da pulire anche questa…
Negli ultimi anni, l'uso di integratori erboristici ha visto una crescita esponenziale, alimentato dalla crescente…
La malattia, l'isolamento a Douchy, l'amore per i suoi cani e negli ultimi mesi, la…
Gianni Sperti vola in Brasile per le vacanze estive e stravolge il look: l'opinionista di…
Il "Lago dei cigni" per la prima volta tra i ghiacci del Polo Nord. In…