Canzone carina, buon flow del testo un po’ scontato e senza guizzi. L’arrangiamento orchestrale riesce a dare un po’ di corpo a un impianto sonoro scarno e dall’andamento un po’ scontato. Finisce di cantare, giustamente, emozionato e appare come quello che è: un ragazzo semplice, come la sua canzone.
Canzone dal sapore antico, sostenuto da una gran voce piena di grinta del cantante Kekko Silvestre. Il gruppo lo sostiene anche se la sezione ritmica sembra messa un po’ in secondo piano. Ma non importa, perché il risultato è molto buono. Non si grida al miracolo ma almeno, oltre a essere orecchiabile, non è scontata.
Canzone in bilico fra gli anni ’80 e il feeling moderno. Influenze post punk per una canzone grintosa e arrabbiata. Le cause perse non sono una scusa ma un proposito di miglioramento futuro. Sethu, con look tricotico alla Adso da Melk, unisce pessimismo cosmico a speranza. Ed è il miglior messaggio che si possa avere, oggi, da una canzone.
Top! La storia della musica sul palco dell’Ariston. No autotune. No playback. Anche l’orchestra sembra trasformata. Il pubblico in standing ovation. Momento del festival storico che non è stato rovinato dall’entrata delle 4 torte da vent’anni l’una per festeggiare in largo anticipo, e a nostro avviso con pochissimo buon gusto, il compleanno di Al Bano e dei suoi futuri – a maggio – ottant’anni . Il cantante pugliese, non senza imbarazzo, ha spento le candeline. Gran finale a tre per chiudere quella che è, di certo, una delle performance più memorabili del festival di Sanremo.
Il DJ Ax che non ti aspetti: intimista, grazie anche al contributo di Daniele Silvestri al testo, e con un velo di amarcord che colpisce al cuore. Meno efficaci i fraseggi del ritornello che sembrano un po’ appiccicati alle belle parole introduttive. Il coro di voci orchestrali nel rap non si sente tutti i giorni ed è stata una bella sorpresa. Look total white, un po’ gelataio di Ibiza un po’ anziani che giocano a golf , per i due artisti che, dopo una lunga parentesi, si sono finalmente ritrovati.
In una delle classiche produzioni musicali dove la mano del produttore, Dardust, schiaccia con la sua presenza musicale l’artista stesso. Non si capisce dove si voglia andare a parare con il testo. Tutto troppo, tutto confuso. Nota interessante: Lazza è allergico al polline e ha mantenuto ben lontano da sé il classico bouquet di fiori sanremesi in dono. Forse l’unica nota interessante dell’esibizione.
Una delle cantanti dalla voce più potente e versatile del panorama musicale italiano si cimenta in una canzone che parte molto lontano dal suo registro. Pennellate soul accompagnano un testo sincopato ma il risultato non convince del tutto. Qualche sbavatura nel cantato, alla fine, non hanno convinto nemmeno Giorgia. Poco più che sufficiente ma da lei ci si aspetta molto di più. Era vent’anni che mancava dal festival.
Canzone che può entrare a buon diritto in una classifica anni ’80. Vintage nei suoni e nel testo. In questa epoca dove si riscoprono le vecchie glorie e i vecchi suoni ci può stare. Se uno cerca qualcosa di fresco guardi altrove. Una parolaccia di uso comune – si perdona a due voci dissimili che si fondono insieme cantando come un unicum. Grazia e arte, insieme. Bravi.
Giovanissima. Molta emozione sulle prime note. La voce un po’ rotta come se ci trovassimo alla selezione per un talent musicale. Ma, abbandonato il pianoforte, il registro cambia e l’artista si trasforma. Sufficiente la performance, senza sbavature, un po’ impostata ma molto chiara nell’arrivare al pubblico. L’impatto di Salmo sul testo si sente ma sono cucite così bene su Shari che sono diventare parole sue.
Pezzo tiratissimo che colpisce subito il pubblico e non fa sconti a una metrica tosta. Madame canta con grinta da mangiatrice di palchi. Frasi complesse ma assolutamente chiare. Il testo è una bella dimostrazione di abilità stilistica e di gusto per la frase. La performance è di altissimo livello per un’artista che farà ancora molta strada.
Look che la rende praticamente irriconoscibile, bionda e senza le sue stupende sopracciglia. Levante canta di sogni erotici e atti magici. Per chi ha seguito la sua carriera costruita su canzoni dal taglio autoriale, che avevano come marchio di fabbrica l’ironia, trovarsi di fronte questa nuova versione della cantante può risultare spiazzante. Ma il cambiamento non deve essere necessariamente un tradimento ma un’evoluzione e questa nuova versione di Levante, di certo, non lascia indifferenti. Ma è una trasformazione ancora non perfettamente completata.
Per questa nuova edizione di Sanremo, il cantante ha giocato la carta del “classicone” e la sua canzone è perfetta per la la kermesse ligure. Sentimenti profondi ma semplice, un cantato classicheggiante e una un ritornello onesto anche se non indimenticabile. Il supporto dell’orchestra è perfettamente equilibrato e risulta parte integrante di tutta l’esperienza della canzone. Probabilmente in questa edizione non voleva di nuovo arrivare ultimo e, probabilmente, la missione è compiuta.
Fra tutte le canzoni, apparentemente, la meno sanremese ma se si riesce ad andare oltre il look glamour ostentato, è fra le più ironiche, istrioniche e azzeccate canzoni dell’edizione. Il pezzo, dalla vaga ispirazione di “Nun te reggo più” di Rino Gaetano – ma meno esplicita politicamente – trascina per la verve persino l’orchestra molto partecipe già dalle prime note. Rosa Chemical si diverte e il pubblico se ne accorge. Anche a fine canzone ce ne ha ancora e tiene il palco in modo esemplare. La canzone è una hit che sentiremo tantissimo.
Canzone graziosa e cantata credendoci davvero. Caso più unico che raro in questa edizione, con ben di cambi di registro che è un elemento di cui si sentiva davvero la mancanza. La canzone è scritta discretamente e il testo naviga a vista sulle emozioni senza avere l’arroganza di voler approfondire una canzone che ha nella leggerezza il suo punto di forza. Il “+” per aver superato brillantemente il problema al microfono.
Fra le più attese di questa edizione, le due artiste non tradiscono le aspettative e scodellano un pezzo ballabilissimo che sentiremo nelle discoteche questa estate. Il tempo le ha rese più adulte sia nella voce che nella performance, senza però perdere la freschezza che ha sempre contraddistinto la loro carriera. Le due voci si fondono in un mix che ha divertito tantissimo il pubblico. Energia pura.
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