Pupi Avati è senza dubbio uno dei registi più apprezzati in Italia. Sceneggiatore, produttore e scrittore, Avati ha raggiunto nel corso della sua carriera un notevole successo, riuscendo spesso ad esplorare più generi. Eppure, il regista bolognese, prima di intraprendere la carriera cinematografica, voleva fare tutt’altro: diventare un grande clarinettista jazz. Scopriamo la biografia, la carriera e la vita privata del regista.
Giuseppe Avati, detto Pupi, è nato a Bologna il 3 novembre del 1938. Ha 84 anni. E’ figlio di un antiquario bolognese di origine calabrese e ha un fratello maggiore, Antonio, anche lui sceneggiatore e produttore. Si trasferisce a Firenze, dove studia scienze politiche all’università.
Durante gli anni dell’università, Avati si interessa al mondo della musica e del jazz. Dal 1959 al 1962 fa parte della Doctor Dixie Jazz Band come clarinettista dilettante, rinunciando dopo l’ingresso nella band di Lucio Dalla. “Il mio sogno era diventare un grande clarinettista jazz. Ma un giorno nella nostra orchestra arrivò Lucio Dalla. All’inizio non mi preoccupai più di tanto, perché mi pareva un musicista modestissimo. E invece poi ha manifestato una duttilità, una predisposizione, una genialità del tutto imprevisti”.
Dopo la breve parentesi musicale, Avati lavora come rappresentante della Findus. Colpito dalla visione del film 8½ di Federico Fellini, Avati decide di intraprendere la carriera cinematografica.
Il regista è sposato dal 1964 con Nicola. I due hanno tre figli: Mariantonia, Tommaso e Alvise. Riguardo il nome della moglie, il regista ha ironizzato: “Mia moglie si chiama Nicola. Lei ha un nome da uomo, io ho il nome di un cane. Il nostro cane si chiama Filippo”. Il nome della moglie è Amelia Turri, chiamata Nicola in onore del nonno. Avati vive a Roma, vicino Piazza di Spagna.
Nel 1968 Avati debutta alla regia con il film Balsamus, l’uomo di Satana. Collabora poi alla sceneggiatura del film Salò o le 120 giornate di Sodoma, di Pier Paolo Pasolini. Nel 1975 dirige La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone, film con protagonisti Ugo Tognazzi e Paolo Villaggio. L’anno successivo è alla regia del film La casa dalle finestre che ridono, un horror diventato ormai un vero e proprio cult. Nel corso della sua carriera il regista sperimenta diversi generi come la commedia, il cinema horror, il drammatico e perfino il musical. Tra i suoi film più di successo ricordiamo Storia di ragazzi e di ragazze (1989), L’amico d’infanzia (1994), I cavalieri che fecero l’impresa (2001) e Il cuore altrove (2003).
Durante la sua carriera, Avati ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui 3 David di Donatello e diversi Nastri d’argento. Negli ultimi anni il regista ha diretto diversi film come Il signor Diavolo (2019), Lei mi parla ancora (2021), Dante (2022) e La quattordicesima domenica del tempo ordinario (2023).
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