Rai sotto assedio, Agostino Saccà profetizza: “Nascerà un terzo polo con oltre il 9 per cento di share”.
Secondo Agostino Saccà, già dg Rai, sta nascendo davvero il terzo polo televisivo»
Discovery, filiale italiana di Warner Bross, punterà anche sull’informazione.
Discovery è l’ospite inatteso del panorama italiano della tv. Non ha dubbi Agostino Saccà, intervistato per Repubblica da Silvia Fumarola. Dal 1976 al 2007 Saccà è stato in Rai (tra gli incarichi, vicedirettore di Rai2, direttore di Rai1, direttore generale e capo della fiction).
«Sì, sta nascendo davvero il terzo polo televisivo». Non ha dubbi «Sicuramente. L’obiettivo finale è costruire una rete generalista, forte, che raggiunga di media il 9, 10% di share. Ci arriveranno in due o tre anni. Hanno risorse finanziarie, il prodotto, competenze editoriali e nessun intralcio burocratico. Si sono presi una bella ala che è Crozza, poi un’altra ala straordinaria che è Fazio, ora Amadeus, centrocampo di sfondamento sulla generalista».
Nessuno si aspettava che sul “territorio lineare”, quella che si chiamava tv generalista, potessero ancora esserci sorprese, e invece. C’è una ragione perché è avvenuto. Nella platea del prime time allungato, partendo dalle 20, ci sono 20 milioni di spettatori, con punte di 22, 23. In ballo c’è la pubblicità. Se investono è perché usciranno anche con la piattaforma che con una sorella lineare, vive meglio. Puntano al ventre molle di Mediaset».
L’addio di Amadeus alla Rai, spiega Saccà a Silvia Fumarola, è “figlio di un disegno industriale. I malintesi sono sciocchezze, le richieste per la moglie, per carità. Conosco Amadeus da quando era ragazzo e l’ho mandato in onda ai tempi di In bocca al lupo: è un riflessivo, non un impulsivo. Dietro Sanremo, un capolavoro, c’è un pensiero: ha tenuto insieme tutti”.
Quanto ha influito TeleMeloni? chiede Fumarola.
“Quasi niente. Amadeus, da autore, troverà i format. Non si sarebbe mosso se la Rai avesse avuto modo di decidere. E non poteva produrre”.
Alla domanda: Cosa manca al servizio pubblico?, Saccà risponde da grande esperto e competente: mancano le risorse. “Non hanno aumentato il canone per 12 anni, i vertici amano l’azienda, stimo Giampaolo Rossi. Il canone in Germania e in Inghilterra è più del doppio di quello italiano.
Tutto il daytime della Rai costa 90 milioni. Discovery ha messo sul piatto 100 milioni in 4 anni su una persona. Se si va avanti così la Rai è morta. Non si possono spendere neanche duemila euro”.
Che differenza col passato: “Quando ero vicedirettore di Rai 2 con Claudio G.Fava acquistammo
Beautifula Los Angeles, costo 5 miliardi di lire. Non avevamo la procura per una cifra così alta.
Chiamammo Biagio Agnes, che all’epoca era direttore generale. Ce la mandò fax. Erano gli anni 90″.