Riccardo Laganà, chi era il consigliere Rai morto a 48 anni per un arresto cardiaco

Riccardo Laganà, il consigliere Rai è morto la scorsa notte nella sua casa a Roma a causa di un arresto cardiaco. Nato a Roma nel 1975, Laganà era perito industriale capotecnico in elettronica e telecomunicazioni ed esperto in linee di telecomunicazioni e impianti. Nel luglio 2018, grazie alla riforma Renzi era stato eletto componente del cda dall’assemblea dei dipendenti della Rai, ruolo in cui era stato confermato a giugno 2021. In Rai nel 1996, era tecnico della produzione del Centro di Produzione di Roma.

Chi era Riccardo Laganà

Da sempre attivo per la tutela dei valori fondanti del servizio pubblico, Laganà ha collaborato con diversi movimenti e associazioni, tra le quali Articolo 21, Move On Italia, Associazione Stampa Romana, Libertà e Giustizia, Appello Donne e Media, Assoprovider, Libera Cittadinanza, Net Left.

È stato il primo consigliere nella storia della Rai eletto dai dipendenti di Viale Mazzini, in base alla riforma Renzi. Una responsabilità che ha subito sentito “tutta addosso”: “Nel quadro di una pessima legge sulla governance, che ha tolto potere al cda, c’è un bagliore nel buio, la presenza di un componente in grado di dare voce ai dipendenti e ai cittadini che pagano il canone”, aveva dichiarato Laganà nel luglio 2018, a poche ore dall’approdo al settimo piano, spinto dal successo della piattaforma web IndigneRAI, spazio aperto di ascolto e confronto.

La conferma tre anni dopo

Un ruolo nuovo, da riempire di contenuti e di impegni, in cui sarebbe stato confermato tre anni dopo. Un ruolo che ha portato avanti con caparbietà, dedizione e rigore fino a questa notte, quando un infarto lo ha stroncato all’età di 48 anni in casa, a Roma. Laganà conosceva a fondo la Rai, quella della base, delle maestranze, patrimonio dell’azienda e componente essenziale nella realizzazione e nel successo di show, approfondimenti, infotainment. 

“Orecchie aperte verso chi paga il canone”, “valorizzazione delle risorse interne”, di quei “12 mila dipendenti che vogliono poter svolgere il loro lavoro con professionalità, senza essere sottoposti alle aggressioni esterne di agenti che impongono accordi e pacchetti chiusi ai direttori di rete” e “trasparenza”. Queste le linee guida del suo impegno in cda, che lo ha visto sempre andare a fondo dei documenti a disposizione, votare secondo coscienza e in linea con il mandato di rappresentare le istanze del popolo Rai.

Laganà pubblicava sui social i principali resoconti delle riunioni del board e interviva a difesa dello spirito del servizio pubblico, del pluralismo e, fino agli ultimi giorni, del giornalismo di inchiesta, nella convinzione che la nuova bozza Contratto di servizio ne diluisca la tutela.

Presidente dell’associazione Rai Bene Comune, fondata nel 2015, Laganà si è speso in prima persona accanto a movimenti e associazioni come Articolo 21, Associazione Stampa Romana, Libertà e Giustizia. Qualche giorno fa ha applaudito la proposta di legge di Alleanza Verdi e Sinistra, promossa da Move On Italia, per riformare la governance del servizio pubblico, mettendo da parte una legge “che ha consegnato quello che dovrebbe essere un bene comune di tutti i cittadini nelle mani del governo di turno”.

Papà di Nicolino, è stato anche un attivista appassionato per la salvaguardia degli animali e dell’ambiente: il suo ultimo messaggio su Twitter, due giorni fa, per la raccolta firme online contro la caccia.

“Laganà ha sempre rappresentato, con determinazione e fermezza, ma con lealtà e grandissimo senso di responsabilità, il punto di vista dei lavoratori Rai”, lo piangono la presidente Marinella Soldi e l’Ad Roberto Sergio. “Un onore lavorare con te e una tragedia perderti”, scrive su Twitter la collega di cda e di tante battaglie Francesca Bria. “Collega e amico esemplare sia dal lato umano che professionale”, lo ricorda il consigliere Rai Alessandro di Majo. E alle voci di dirigenti e volti Rai che invadono i social si uniscono quelle del Governo, con il sottosegretario all’Editoria Barachini che ne loda “impegno, trasparenza e coraggio”, di Fnsi e Usigrai e il cordoglio bipartisan delle forze politiche.

Si apre ora la questione della sua successione

La prematura scomparsa di Laganà apre ora la questione della successione e degli equilibri in cda. Lo Statuto della Rai contempla l’ipotesi che vengano a mancare “uno o più amministratori, per dimissioni, impedimento permanente ovvero revoca” e parla di “sostituzione” in base alle norme di legge. Andrebbe quindi indetta una nuova elezione per il componente scelto dai dipendenti, che in ogni caso resterebbe in carica, con l’attuale vertice, solo alcuni mesi, fino a luglio 2024. L’ultimo saluto a Laganà sarà sabato 12 agosto, dalle 10 alle 11, al Tempietto Egizio del cimitero romano del Verano.

 

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Lorenzo Briotti