Amsterdam. Moglie olandese, bambola gonfiabile per notti solitarie nella jungla

"La moglie olandese", bambola dell'amore nata in Giappone
“La moglie olandese”, bambola dell’amore nata in Giappone: non ti tradisce mai

In Giapppone, fino a pochi anni fa, le bambole dell’amore erano conosciute come “Mogli olandesi”, racconta Corinna Campanile in un articolo pubblicato dal sito “Amsterdo.com -Tutto Amsterdam”. Il titolo è un po’ cinico:

“Una “moglie olandese” non ti tradisce mai”.

L’origine della definizione non è di natura razziale, come accade con gli inglesi che etichettano come olandesi le più brutte cose: fare all’olandese (equivalente di fare alla romana), la malattia olandese degli olmi. C’è invece una ragione storica.

I soldati olandesi, durante la colonizzazione dell’Indonesia iniziata nel 1602, per mancanza di mogli, avevano la necessità di abbracciare qualcuno ( o, come in questo caso, qualcosa) durante le notti solitarie.

Il libro “Viaggio intorno al mondo negli anni 1835, 1836 e 1837”, scritto dal chirurgo Samuel W. Ruschenberger e pubblicato nel 1838, descrive i giorni della sua permanenza nell’isola indonesiana di Java (che è passata dagli olandesi agli inglesi nel 1811): ” Le nostre stanze da letto erano piacevoli. I letti erano equipaggiati con un cuscino aggiuntivo rigido oppure con un guanciale su cui poggiare gli arti inferiori che si era guadagnato il nome un po’ equivoco di “Moglie olandese”

Questi guanciali, successivamente conosciuti in Giappone come “Dakimakura” (dal giapponese daki “abbracciare” e makura “guanciale”), col passare degli anni divennero molto famosi ed apprezzati e pian piano arrivarono ad assumere la forma di una vera donna.

Le bambole dell’amore, inizialmente fatte di vestiti usati, sono molto più vecchie di quanto sembri: anche ai marinai spagnoli e francesi piaceva la loro compagnia durante i molti mesi di isolamento in mare. Così, la prossima volta che passeggerete per Rembrandtplein o per il Red Light District se incontrerete una di queste “belle” donne gonfiabili, pensate da quanto tempo c’è questo pezzo di storia di vinile.

 

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