Aurora Snow contro 50 sfumature di grigio: “Bavagli e sculacciate non è bondage”

50 sfumature di grigio, Aurora Snow: "Bavaglio e sculacciate non sono bondage"
Una scena di 50 sfumature di grigio

ROMA – Aurora Snow, ex pornostar e giornalista per il Daily Best, critica Cinquanta Sfumature di Grigio e soprattutto come viene “visto” il bondage nel film: “La pubblicità di “Cinquanta sfumature di grigio” chiedeva: “Curiosa?”. Sì, sono curiosa di capire come mai la gente sia rimasta in sala tanto a lungo da leggere i crediti finali del film, dato che chiunque abbia provato il bondage, anche una sola volta nella vita, non l’ha rintracciato sullo schermo”.

“Manca assolutamente alchimia fra Dakota Johnson e Jamie Dorman – scrive la Snow -, e manca palesemente la relazione fra dominante e sottomesso. Christian Grey è ritratto secondo lo stereotipo del “control freak” ma le sue azioni dimostrano che è spesso fuori controllo. Anastasia Steele dovrebbe essere l’inesperta e invece è lei a dettare i limiti. Nonostante questo, è volubile, un momento sa cosa vuole, il momento dopo capitola. La morale del film è che le donne desiderano uomini che comandano e che, alla fine, ogni donna si sottomette.

Il Bdsm si riduce a un bavaglio e a qualche sculacciata, non si va a fondo, e non c’è alcun senso di sbalordimento per la nuova esperienza. Io non sono Anastasia Steele, ma come lei sono entrata in modo ingenuo nel mondo del sadomaso. Mostrarmi così vulnerabile era più che spaventoso, perché richiedeva fiducia cieca. Ricordo nitidamente il prurito della corda attorno ai polsi, il formicolio nelle mani e quell’esercito di formiche che marciava lungo le dita fino a diventare insopportabile.

Venni slegata per qualche minuto di sollievo, e solo per poi essere legata di nuovo. Per l’esperto di bondage era un lavoro di amore, tutti quei nodi fatti con intensa passione. Per me era curiosità, per la cui esplorazione venivo pagata. Ero una novellina. Fu interessante. Non eccitante sessualmente e niente che volessi ripetere, ma l’esperienza mi condusse a farne altre, molto più pesanti.

Ora so che per essere frustata, è meglio scaldare il corpo, far fluire il sangue attraverso un massaggio e un tamburellamento delle parti. Il procedimento che anticipa la frustata è lungo, nel mio caso è durato oltre un’ora ed è stato eseguito da un maestro. Non potevo capitare in mani più esperte. Non appena la frusta colpì i muscoli, il corpo si inarcò per lo choc, sentii scendere le lacrime dagli occhi alle labbra. Perché, non importa quanto ti piaccia, il dolore resta.

Non ho visto nulla di tutto questo in “Cinquanta sfumature di grigio”. Nessuna esplorazione, nessuna contemplazione. Anzi, peggio, qui il bondage deriva da abuso e disfunzione (…)”

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