Baby-prostitute Parioli, madre al pm: “Pensavo spacciasse, non che si prostituisse”

Baby-prostitute Parioli, la madre "cattiva": Non sapevo che faceva mia figlia
Il palazzo in Viale Parioli dove si prostituivano le due ragazzine

ROMA – Baby-prostitute Parioli, madre al pm: “Pensavo spacciasse, non che si prostituisse”. Nella storia delle baby-prostitute ai Parioli, le due ginnasiali di 14 e 15 anni che vendevano sesso a 300 euro a incontro in un appartamento a Viale Parioli, le è toccata la parte della mamma “cattiva”, quella che avrebbe secondo l’accusa approfittato della figlia escort, mentre la madre dell’altra ragazzina è stata quella che ha fatto partire l’indagine.

Ai pubblici ministeri ha raccontato la sua versione, come riportano Francesco Salvatore e Maria Elena Vincenzi su Repubblica:

Quando i magistrati le chiedono perché non abbia fatto domande, perché non abbia messo la figlia con le spalle al muro, la donna abbozza risposte incerte: «Ho chiesto ma lei non ne voleva parlare, per cui ho lasciato perdere». Eppure, anche se lei nega, negli atti c’è esplicito riferimento al fatto che la figlia le desse una mano economicamente. «Da quando ho chiuso il bar — spiega — il nostro tenore di vita è cambiato radicalmente. Sia io sia Emanuela abbiamo sofferto molto per questa cosa. Peraltro, io ho anche un figlio più piccolo che ha bisogno di cure. Sì, eravamo e siamo in una situazione difficile, ma non chiedevo soldi a mia figlia». Cosa che, però, non convince i pm: anche Emanuela ha detto che passava qualche soldo alla madre.

La 14enne ha spiegato che quando era stanca o doveva studiare, la madre la esortava: «Non lavori oggi? Guarda che io ho bisogno di te, del tuo aiuto». Circostanze che però la donna non conferma. «Vedevo che lei comprava cose firmate, borse, telefonini ma non sapevo perché». Giudice e pm però la incalzano, le chiedono che cosa pensava facesse, come credeva si guadagnasse quel denaro posto che, avendo 14 anni, non poteva lavorare.

E lei, la mamma “cattiva” di questa storia, contrapposta alla madre dell’altra adolescente che ha denunciato tutto dando il via all’inchiesta, fa spallucce. «So bene che è troppo piccola per fare la commessa. Ho avuto il sospetto, forse anche più di un sospetto che facesse qualcosa di non lecito e le ho chiesto più volte, ma lei non voleva dirmi nulla. Addirittura ho pensato spacciasse, non certo che vendesse il suo corpo».

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