Bergamo, prostitute incinte costrette in strada: picchiate fino ad abortire

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Luglio 2014 - 13:36| Aggiornato il 14 Luglio 2014 OLTRE 6 MESI FA
Bergamo, prostitute incinta costrette in strada: picchiate fino ad abortire

Bergamo, prostitute incinta costrette in strada: picchiate fino ad abortire

BERGAMO  – Incinte e costrette a prostituirsi. Sono tante le ragazze come Irina che subito dopo il parto abbandonano il figlio. Picchiate e costrette a lavorare in strada nonostante la gravidanza.

L’Eco di Bergamo scrive:

“Irina non è stata l’unica «lucciola» ad abbandonare il figlio in ospedale subito dopo il parto. Secondo la Fondazione Gedama di Ponte San Pietro, da anni impegnata nell’assistenza alle prostitute, c’è almeno un altro caso analogo a quello emerso durante l’indagine sul racket di albanesi smantellato mercoledì da procura e carabinieri”.

Un anno fa, scrive il quotidiano, un’altra ragazza incinta è stata costretta a prostituirsi e picchiata:

“Non ha abortito, a differenza dell’ami ca che «lavorava» dall’altra parte della strada. Assistita dai volontari di Gedama, ha deciso di portare a termine la sua gravidanza”!.

Don Gianpaolo Carrara, presidente della Fondazione, racconta:

“«L’abbiamo seguita e consigliata accompagnandola anche nelle strutture di ascolto. E alla fine l’abbiamo portata all’ospedale di Bergamo». Dopo aver partorito, la giovane non ha però riconosciuto il figlio e l’ha lasciato nella culla del reparto”.

Il “codice del racket” se una prostituta rimane incinta prevede l’aborto:

“Prima si risolve il «problema», prima si torna a lavorare. Una pratica che in alcuni casi diventa orrenda routine. Una trentenne nigeriana è arrivata a interrompere ben nove gravidanze in tredici anni di «mestiere»”.